Che non fosse una partita come le altre lo si è capito subito. Il gol di Capuano - tornato titolare dopo cinque mesi - è il simbolo della rottura con il recente passato di insuccessi. Il Cagliari travolge il Brescia (6-0), regala a capitan Dessena (abbattuto dal fischiatissimo Coly nella gara d'andata) la giusta vendetta sportiva e compie il passo probabilmente definitivo verso la Serie A. Sabato prossimo contro il Lanciano di Cragno o al massimo il 30 aprile contro il Livorno si potrebbe stappare lo champagne che da oggi è pronto in ghiaccio.

La differenza, nel calcio, la fanno le motivazioni e i rossoblù, tornati a -3 dal Crotone, ne avevano da vendere. Oltre alla rivincita dello 0-4 del Rigamonti, la rabbia per le sconfitte con Spezia e Ascoli (non del tutto meritate) e la voglia di colmare in fretta la distanza che li separa dal ritorno in A. I tifosi, che dopo tre sconfitte interne di fila, davano giustificati segnali di insofferenza, hanno accolto la squadra con uno striscione affisso fuori dagli spogliatoi: "Vogliamo una vittoria". Sono stati accontentati, grazie all'approccio finalmente perfetto e a una prova di squadra finalmente da capolista. Sì, Cagliari, 6 da Serie A.

Le rete di Capuano dimostra, se ce ne fosse stato bisogno, quanto conti segnare per primo, soprattutto per una squadra che sa di essere forte ma talvolta soffre di crisi d'ansia e di identitá. Stavolta no, tutti si sono ricordati chi sono: Joao Pedro che sa fare la differenza, Giannetti che ha anche segnato, Sau che ci ha messo il cuore. E la festa dei tifosi alla fine, con Dessena portato in trionfo dai compagni, è soltanto l'antipasto.

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La gioia di Capuano

L'intervista a Joao Pedro

L'intervista a Rastelli
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