Un'altalena di emozioni e alla fine un 3-3 che lascia l'amaro in bocca per come è arrivato. Da Cagliari-Genoa, partita per lui speciale, Fabio Pisacane ne esce con delle note positive anche se non basta per ritrovare i tre punti che mancano da due mesi. «Penso che non si possano regalare due gol, è colpa mia perché bisogna lavorare di più da questo punto di vista», le parole dell'allenatore rossoblù. Che non può certo essere soddisfatto per il resto: «Oggi mi concentrerei di più sulle cose negative. Oltre ai gol Elia ha fatto due grandi parate e su una Luperto ci ha messo il tacco. Per una squadra come la nostra non possiamo perdere questi duelli».

Si è sbloccato Borrelli, autore di una doppietta. «Sapete quanto è importante che i nostri attaccanti segnino, anche Esposito è entrato nel tabellino», rimarca Pisacane. «Per il resto sappiamo qual è il nostro obiettivo e che non c'è nessuna partita facile, ma in certe zone di campo bisogna fare di più». Per esempio in difesa, dove i 17 gol subiti sono un dato che inizia ad allarmare. «Sicuramente col lavoro possiamo alzare il livello, anche cercando di subire il meno possibile. Il primo gol è a difesa schierata, c'è un errore individuale e non penso sia una cosa dove bisogna lavorare di reparto. Il secondo nasce da un piazzato dove alcuni calciatori stavano risalendo, su un cambio gioco di 40 metri non si può prendere gol».

Ieri, anche Pisacane ha accolto la notizia dell'ingresso dei nuovi investitori nel Cagliari. Con il fondo Usa che, come rivelato dal presidente Tommaso Giulini, ha avuto un ruolo nella scelta dell'allenatore. «Quando siamo partiti per gli Stati Uniti a giugno ho avuto la fortuna di poter conoscere Maurizio Fiori. È normale che si fa qualcosa per il bene del Cagliari, per cercare di rendere il club più strutturato e solido. Per me inizia l'undicesimo anno, sono felice di questo e al netto della mia permanenza spero che il Cagliari vada lontano».

Sullo 0-1 e sull'1-2 si è sentito il malcontento del pubblico. «C'è stata la reazione di una squadra che vuole raggiungere l'obiettivo», ricorda Pisacane. «Vuol dire che c'è qualcosa di profondo e vivo, poi è normale che a questo spirito ci devi aggiungere tante cose. Proprio per questo c'è amarezza: alla squadra, in queste prime dodici partite, si può dire tutto tranne che non sia rimasta aggrappata alle gare. E questo è un valore». Con un augurio: «Che da ora in poi si trovi quel qualcosa per raggiungere i tre punti».

Per Pisacane, la classifica «finché sei lontano dalla zona rossa è in linea. Se oggi finisse il campionato saremmo salvi, quindi posso essere contento». Ma oggi si augurava qualcosa di diverso: «Siamo partiti col 4-2-3-1 per opporci al 3-5-2 loro, ci siamo resi conto che con la prima linea facevamo fatica a rompere su Vitinha o Colombo quando si smarcavano». Con un nuovo assetto il Cagliari si è «messo meglio in campo».

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