«Ma chi sono, chi li conosce?». Neanche il tempo di pronunciare il nome del trentesimo big in gara nella prossima edizione di Sanremo che i social già si scatenavano nel più diffuso e amato sport nazionale: lamentarsi. Giovani, meno giovani, fan della prima e dell’ultima ora, nessuno sembra contento di questo cast, gonfiato da 26 a 30 per un ritocchino sul regolamento «sulla base di insindacabili valutazioni artistiche e editoriali».

Di certo mai come stavolta si può discutere l’uso quanto meno disinvolto dell’aggettivo “big”: fare il botto per un solo pezzo su TikTok rende “grandi”? O grandi, a volte giganteschi, sono solo i numeri? E facciamo il discorso alla rovescia: si resta grandi a oltranza anche dopo una lunga assenza dalle scene musicali oppure lo si è macinando dischi e sold out?

Carlo Conti si scrolla di dosso la polemica come polvere sulla giacca: «Sono poco social, non leggo niente e non guardo niente», dice intervistato a RTL 102.5. Ma c’è da scommettere che gli saranno fischiate le orecchie e, aggiornato sulla bufera in corso, filosofeggia: «Big o non big, è tutto relativo». La suocera, ad esempio, «non sa chi è Samurai Jay, ma sa chi è Patti Pravo. Viceversa magari c'è un ragazzino che non sa chi è Patti Pravo e conosce benissimo Aka7even». E poi c'è il fenomeno Lucio Corsi: «Guardate cosa è riuscito a fare». Insomma l’obiettivo è «allargare il più possibile alle varie generazioni» con «uno spaccato di quella che è, in questo momento, la proposta musicale del nostro Paese».

Certo, dieci esordi su trenta sono tanti e pesa che l’unico debuttante "famoso" sia Tommaso Paradiso. Tutti gli altri sono astri nascenti, come Tredici Pietro, Sayf, Eddie Brock o il già citato Samurai Jay, oppure meno noti al pubblico generalista nonostante diversi anni di carriera come Luchè, Nayt, Chiello o le milanesi Bambole di Pezza. Quanto ai restanti venti stupiscono poco, tra coppie citofonate come Fedez e Marco Masini, storici amici del Festival come Malika Ayane e un rispolverato Raf, ex vincitori come Arisa, Francesco Renga, Ermal Meta. E altri che pur di passaggio non hanno lasciato segni indelebili come Michele Bravi, Mara Sattei ed Enrico Nigiotti. Inutile negarlo: mancano gli artisti da stadio, le prime volte degne di questo nome.

Tornano così insistenti le voci su una presunta fuga da Sanremo, quel tritacarne che in cambio della mega visibilità chiede un prezzo sempre più alto. Ma questa teoria Conti proprio la rifiuta: le trenta canzoni che ha scelto sono, a suo giudizio, le migliori delle (ben) 270 che gli sono arrivate. A noi, non resta che fidarci.

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