Raoul Bova rompe il silenzio: «Ho subito una vera violenza, mi sembrava di essere in un film»
L’attore ospite da Silvia Toffanin dopo lo scandalo degli audio rubati: «Forse qualche sbaglio l'ho fatto anche io ma il giudice più importante è lo specchio»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Delusione» per l'accanimento, dispiacere per qualcosa che ha vissuto «come una vera violenza», ma anche la forza di usare la sua vicenda come esempio per chi si trova una pistola - social o mediatica che sia - puntata. Dopo la bufera mediatica per l’audio inviato alla modella Martina Ceretti, condiviso con il suo amico Federico Monzino e reso pubblico da Fabrizio Corona, Raoul Bova ospite da Silvia Toffanin rompe il silenzio a Verissimo: «È come quando uno va al tappeto, poi come i pugili si rialzano, guardano la vita in faccia con la stessa passione».
«In realtà è stato un momento particolarmente intenso che ho dovuto elaborare, inizialmente non capivo la gravità di quello che stava succedendo - ha raccontato Bova -, non ho accettato le minacce e un tentativo di estorsione l'ho rispedito al mittente, dicendo che non mi piegavo alle minacce, che non avevo nulla da nascondere». Bova spiega che crede nella giustizia, «e bisognerebbe cercare di avere un intervento più immediato» ma dire no nella consapevolezza che «chi tenta di farlo non lo farà solo una volta e diventa un incubo, caderci è l'inizio della fine, bisogna andare in giro a testa alta se sei convinto di esserti comportato nel migliore dei modi, il giudice più importante è lo specchio. Io vado in giro a testa alta. Chi mi conosce non giudica e rispetta le mie decisioni».
Non nasconde comunque l'attore, che torna dal 17 su Canale 5 con la terza stagione della serie "Buongiorno mamma", che «nonostante la grande delusione nel vedere un accanimento mediatico, non solo lo sberleffo che ci può anche stare quando si è un personaggio pubblico. Ma preso da un sito che pubblica qualcosa che non è legale, quantomeno bisognava bloccare in partenza». «Io ho chiamato subito la polizia postale -continua - Mi si diceva tu perderai il lavoro, l'estorsore era molto informato, e anche 'rovinerò la tua vita matrimoniale'. Io non mi sono sposato e il mio rapporto di coppia aveva situazioni che stavamo gestendo con riservatezza. Non stavo perdendo qualcosa, ero forte della mia verità e non temevo rivalsa o ritorsione, non pensavo che facesse anche questo grande clamore. Tra l'altro la persona che fa il suo show, diffama, anche chiedendo dei soldi, inneggiando alla rivolta generale, mi sembrava di essere in un film».
Una situazione vissuta come una grande violenza: «È come se una persona che ha appena sparato chiede agli altri di fare altrettanto. Perché? La pistola è l'Instagram, il social, i meme, per andare contro una persona. Perché si fa? Per ottenere like, uccidere si può in nome di un like. Questo mi ha fatto molto male è stata una vera violenza. Mi ha toccato. Mi sono venuti pensieri di grande sconforto e delusione, cosa può succedere ad una ragazza che subisce una cosa simile, che subisce un revenge porn che viene derisa e insultata. Perché qualcuno ha messo delle cose private di questa ragazza. Come può reagire? Ci sono ragazze che si sono uccise. Non è più un gioco è un problema grave, sociale. Non si può permettere e non si dovrà permettere in futuro. La mia esperienza la sto trasformando in forza per combattere questa violenza. Trovare leggi, poteri dati a istituzioni come il Garante della privacy in modo che la reputazione di una persona non sia infangato da qualcuno che una mattina si sveglia e decide di infangare qualcuno».
Con Rocio Munoz Morales? «La nostra situazione la sappiamo noi. Ci sono momenti in cui uno decide di fare delle scelte, non comunicarle. Non è che se sei un personaggio pubblico devi fare il bollettino delle tue emozioni. Sono cose private non va comunicato tutto. Tradimento, non tradimento, la gente parla quando non sa le cose. Fa parte del modo superficiale di comunicare i sentimenti. Ho quattro figli, vengono messe cose non vere ovunque. Permesse legalmente anche da giornali e giornalisti che non hanno pensato un secondo alla veridicità, che proveniva da un fatto illegale. Che forse non andava riportata come il grande gossip dell'estate, da alcuni grandi giornali mi sarei aspettato un comportamento diverso. Non è stato tenuto conto dei figli». Preoccupato del giudizio? «No. Io ho sempre portato avanti i valori. Ho vissuto la mia vita per me stesso e per i miei figli. Ci sono state separazioni, Chiara la vedo quotidianamente e spero che succeda la stessa cosa con Rocio. Forse qualche sbaglio l'ho fatto anche io, di avere chiarezza, di stare in una situazione di non detto».
(Unioneonline)