"È stata la mano di Dio" è candidato agli Oscar come miglior film internazionale.

La pellicola di Paolo Sorrentino è entrata nella cinquina delle nomination annunciate oggi.

Altro italiano in gara, Enrico Casarosa, è candidato agli Oscar con il film animato Disney "Luca" . La cerimonia degli Oscar è in programma per domenica 27 marzo a Los Angeles.

"Sono felicissimo di questa nomination. Per me è già una grande vittoria. E un motivo di commozione, perché è un riconoscimento prestigioso ai temi del film, che sono le cose in cui credo: l'ironia, la libertà, la tolleranza, il dolore, la spensieratezza, la volontà, il futuro, Napoli e mia madre", il commento a caldo del regista.
"Per arrivare fin qui, c'è stato bisogno di un enorme lavoro di squadra. Dunque, devo ringraziare Netflix, Fremantle, The Apartment, gli attori straordinari e una troupe indimenticabile”, aggiunge.
“E poi i miei figli e mia moglie, che mi amano nel più bello dei modi: senza mai prendermi sul serio", conclude. 

IL FILM – “È stata la mano di Dio” è il doloroso racconto dell’infanzia di Sorrentino, dei suoi genitori, dei suoi parenti, della sua città. Un film-autoanalisi che è un omaggio dichiarato a Federico Fellini, quasi un Amarcord sorrentiniano, un omaggio alla sua Napoli e, manco a dirlo, a Maradona che lo avrebbe salvato dalla morte.

Nel 1987, infatti, per assistere a una partita di calcio del Napoli e vedere in azione il "Pibe de Oro”, il regista all'epoca 17enne super tifoso non segue, per una volta, i genitori che come ogni weekend vanno in montagna. Nella casa di Roccaraso la coppia viene uccisa da una perdita di monossido di carbonio, lasciandolo orfano. E qui la scena più forte di tutto il film: la corsa di Fabietto Schisa (alias Sorrentino, interpretato da Filippo Scotti) insieme al fratello (Marlon Joubert) all'ospedale per scoprire, dopo un lungo imbarazzo dei medici, che entrambi i genitori (Toni Servillo e Teresa Saponangelo) sono morti.

(Unioneonline/v.l.)

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