Amadeus commosso per Baudo: «Il suo comandamento? Il rispetto del pubblico a casa»
Il presentatore al Teatro delle Vittorie: «Tutti possono essere in televisione, ma pochissimi la fanno»«Ho passato 25 anni nella famiglia Rai e 25 anni non si dimenticano in un anno, quindi questo luogo per me è come rientrare a casa. Quelli di chi ha lavorato per tanti anni in questa azienda, come per chi è stato in questo teatro, sono ricordi che rimangono per sempre».
Amadeus, circondato da telecamere e giornalisti appena uscito dal Teatro delle Vittorie, risponde con gli occhi lucidi dopo aver reso omaggio alla salma di Pippo Baudo. «Sarebbe una cosa giustissima, bellissima» intitolare il Delle Vittorie a Baudo, secondo lui. «Pippo era affezionato a questo teatro - ha aggiunto Amadeus -, ma chi vi ha lavorato inevitabilmente lascia un pezzo di cuore. Sta a noi, alla televisione, fare in modo che vengano ricordati e che esistano il più a lungo possibile, per sempre».
«Non c'è l'erede di Baudo, non c'è l'erede di Costanzo, non c'è l'erede di Mike Bongiorno, non c'è l'erede di Raffaella Carrà: non c'è semplicemente perché erano unici», ha detto. Forse, aggiunge quasi ripensandoci, «solo Fiorello può fare varietà come lui».
Amadeus ha ricordato quella volta che prima dei suoi Festival di Sanremo «in un ristorante non lontano da qui mi chiese di sedermi al suo tavolo. Io ancora non dovevo fare Sanremo. Era aprile, me lo dissero ad agosto o giù di lì. Non dimenticherò mai, lui mi disse, 'Tu devi fare Sanremo e casomai ti venisse chiesto devi fare così'. E mi elencò tutta una serie di cose che io ho stampato nella mia mente da quel giorno, come veramente dei comandamenti da osservare. Quella cosa non accadde per caso».
Tra i consigli «di fare le cose con grande passione, grande amore e rispetto per la gente a casa. Il rispetto è una cosa fondamentale, al di là poi dei consigli pratici per mettere in piedi». La televisione di Pippo era «una televisione bellissima, era avanti - ha concluso -. Tutti possono essere in televisione, ma pochissimi la fanno».
(Unioneonline)