Fotovoltaico, 262 milioni alle imprese del Sud Italia
Il ministero sostiene le imprese del Sud nell’autoproduzione di energiaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Con una dotazione di 262 milioni il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha pubblicato l’avviso per la selezione di progetti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (Fer), a valere sul Programma nazionale «Ricerca, innovazione e competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027» (PN RIC). L’intervento sostiene gli investimenti delle imprese che intendono produrre energia pulita per il proprio fabbisogno, contribuendo alla riduzione dei costi e alla decarbonizzazione. Sono ammissibili interventi per l’installazione di impianti fotovoltaici e/o termo-fotovoltaici per autoconsumo immediato.
Il bando prevede anche la possibilità di integrare sistemi di accumulo elettrochimico per l’autoconsumo differito, in modo da migliorare efficienza e stabilità della rete energetica locale.
I beneficiari
Possono accedere all’incentivo le imprese di qualsiasi dimensione, incluse le reti di imprese con personalità giuridica, per progetti localizzati in aree industriali, produttive o artigianali di Comuni con più di cinquemila abitanti situati in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Sono ammesse tutte le imprese, a eccezione di quelle che operano nei settori carbonifero, della produzione primaria di prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura. Una quota pari al 60% delle risorse disponibili è riservata alle Pmi, di cui almeno il 25% destinato a micro e piccole imprese, per promuovere la partecipazione diffusa del tessuto produttivo locale.
I progetti ammissibili
Sono ammissibili i costi sostenuti per acquisto e installazione dei moduli fotovoltaici e dei sistemi di conversione, i sistemi di accumulo, i quadri elettrici e i dispositivi di gestione e monitoraggio dell’energia. Inoltre, sono inclusi i costi relativi alle opere connesse e accessorie necessarie alla messa in esercizio dell’impianto e le spese tecniche, di progettazione e di collaudo. I progetti dovranno essere localizzati in aree industriali, produttive o artigianali e realizzati su edifici o coperture di strutture pertinenti all’attività d’impresa.
I contributi a fondo perduto
Gli aiuti sono concessi come contributo in conto impianti e l’intensità massima è pari al 38% delle spese ammissibili per le grandi imprese, al 48% per le medie e al 58% per le piccole nel caso di impianti fotovoltaici. Relativamente agli impianti termo-fotovoltaici, l’aiuto è del 43% per le grandi imprese, 53% per le medie e 63% per le piccole. I sistemi di stoccaggio elettrochimico dell’energia elettrica prevedono un contributo del 28% per le grandi imprese, 38% per le medie e 48% per le piccole. Le percentuali relative agli impianti fotovoltaici possono essere aumentate di cinque punti percentuali qualora il progetto di investimento preveda solo l’installazione di moduli iscritti nel Registro delle tecnologie per il fotovoltaico appartenenti alle categorie B o C, oppure di due punti percentuali qualora appartengano alla categoria A. Per tutte le tipologie di intervento le intensità di aiuto possono essere incrementate di ulteriori due punti percentuali nel caso in cui, alla data di presentazione della domanda, il proponente disponga di un sistema di gestione dell’energia conforme alla norma Iso 50001.
La presentazione delle istanze
Le domande potranno essere inviate dalle 10 del 3 dicembre 2025 fino alle 10 del 3 marzo 2026 solo in via telematica tramite il portale del Gse, che pubblicherà entro l’apertura dello sportello le Regole operative contenenti le istruzioni dettagliate. Ogni impresa potrà presentare fino a tre domande di agevolazione, riferite a differenti unità produttive. Le richieste verranno valutate secondo una procedura a graduatoria, basata su criteri oggettivi e punteggi legati alla qualità del progetto, alla quota di autoconsumo prevista e alla sostenibilità ambientale dell’intervento.
Roberto Lenzi
(Estratto da “Norme e tributi”, Il Sole 24 Ore, p.40, 13 novembre 2025, in collaborazione con L’Unione Sarda)
