«Abbiamo presentato alla Camera il nuovo simbolo della “Democrazia Cristiana con Rotondi”, a trenta anni esatti dalla fine della Dc, decisa da Martinazzoli il 18 gennaio del 1994». Lo annunciato su Facebook Gianfranco Rotondi, presentando il nuovo simbolo che debutterà alle elezioni regionali della Sardegna.

Nel simbolo in questione non c’è però lo Scudo Crociato né la dicitura Democrazia Cristiana, bensì l’acronimo DCR e una Balena Bianca, con riferimento allo storico soprannome del partito coniato dal giornalista Giampaolo Pansa.

Nei giorni scorsi l’uso del nome e il simbolo della Dc per le regionali in Sardegna era stato oggetto di polemiche, in quanto anche l’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro, che ha annunciato la presentazione di una lista con l’eurodeputata Francesca Donato e il leader del Popolo della Famiglia Mario Adinolfi, aveva intenzione di utilizzarlo. Una decisione così commentata da Rotondi: «Lui ritiene di averli ricevuti in eredità? Noi sosteniamo di essere la Dc in continuità con l’ultimo congresso…».

Ma in Corte d’Appello a Cagliari nemmeno il partito di Rotondi ha presentato nome e Scudo Crociato. Come mai? «Perché il simbolo è utilizzato dall’Udc, con cui abbiamo piena sintonia, e si sarebbe generata confusione. Dunque abbiamo optato per la Balena Bianca. Cuffaro invece ha presentato in Corte d’Appello a Cagliari un simbolo con la dicitura Democrazia Cristiana e un emblema simile allo Scudo crociato. E per questo è stato escluso», spiega a L’Unione Sarda Giampiero Catone, ex deputato e dirigente della Dc di Rotondi.

Battaglia vinta, dunque? «Noi siamo per la partecipazione di tutti, ma mi auguro che non ci sia ricorso da parte loro in questo senso. Anche perché credo che difficilmente il Tar darebbe loro ragione», prosegue Catone.

Quanto al candidato governatore – aggiunge l’ex deputato – «sosteniamo convinti Paolo Truzzu, anche perché siamo stati tra i primi, per voce di Rotondi, a indicare il suo nome come il migliore per la guida della Regione».

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