Si parla di aerei. Di un cambio di rotta che avviene nell'aula di Montecitorio, deciso dalla maggioranza.

Nel 2014 il Pd aveva sostenuto la mozione di Gianpiero Scanu, che chiedeva al governo di dimezzare l'investimento per l'acquisto dei caccia bombardieri F35. Una fornitura di 90 aerei, osteggiata dai Cinquestelle.

Ora la mozione dell'ex parlamentare di Olbia finisce ''aggiornata'' dai nuovi sostenitori.

Il testo approvato la settimana scorsa non parla infatti di ''tagli'' o ''sospensioni'' del programma, ma di ''valutarne le future fasi''. Perchè bisogna considerare ''i mutamenti del contesto geopolitico, i costi che si profilano, gli impegni internazionali assunti dall'Italia''.

Eppure i leader, oggi alleati, avevano fatto della campagna contro gli F35 una bandiera politica.

Gianpiero Scanu

La mozione Scanu si infrange così nell'ipotesi di una ''revisione''. Con cinque miliardi già spesi e - secondo le organizzazioni pacifiste - molti altri da spendere, almeno una decina.

Sullo sfondo non c'è solo il dietrofront in aula, ma anche l'affidabilità del progetto F35: il Pentagono conferma i problemi tecnici riscontrati nella flotta.

Ma il governo va avanti. Nel nome della ''valorizzazione dell'industria aerospaziale'' e della ''cooperazione internazionale militare''. Insomma il programma resta.
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