Oristano, al via la corsa per le elezioni provinciali: ecco i primi nomi dei candidati alla presidenza
Si rinnovano le cariche dopo oltre dieci anni di commissariamentoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo oltre un decennio di gestione commissariale, la Provincia di Oristano si prepara a voltare pagina. A settembre si terranno le elezioni provinciali, ma non saranno i cittadini a esprimersi: il voto è di “secondo livello” e spetterà esclusivamente a sindaci e consiglieri comunali degli 87 Comuni dell’Oristanese. Un ritorno alla politica elettiva per l’ente intermedio, ma con più ombre che luci. Dal 2010, anno dell’ultimo mandato elettivo provinciale, le Province hanno subito un progressivo svuotamento di ruolo e di legittimazione democratica.
L'Ente di via Carboni è rimasto per oltre dieci anni sotto la guida di un amministratore straordinario: prima il lungo incarico di Massimo Torrente, oggi la gestione, da settembre 2024, di Battista Ghisu. E proprio quest’ultimo, solleva un problema concreto: «L’iter per arrivare al voto – sottolinea- cade nel pieno delle ferie estive, sia nei Comuni che negli uffici provinciali. Una questione che ho già segnalato».
Ma l'amministratore straordinario potrebbe anche non limitarsi alla gestione tecnica. Ghisu, che ha ricoperto in passato il ruolo di consigliere provinciale eletto nel 2010 nelle liste Pd, si dice pronto a candidarsi alla presidenza. «Abbiamo posto un quesito che non riguarda solo noi ma tutte le Province sarde al Ministero dell’Interno - afferma- e se ci se ci sarà l’interpretazione corretta della legge. è consentita la candidatura agli ex amministratori dell’ultimo mandato elettivo. In quel case sono disponibile – annuncia – e potrei avere la possibilità di portare a termine i tanti progetti avviati in questi mesi, su strade, edilizia scolastica e ambiente».
La vera posta in gioco, tuttavia, non riguarda solo i nomi in corsa, ma le regole del gioco. Il sistema elettorale provinciale prevede infatti il voto ponderato: non tutti i voti valgono allo stesso modo, ma pesano in base alla popolazione del Comune di provenienza. I consiglieri e sindaco di Oristano, ad esempio, da soli contano per oltre il 20% dell'intero peso elettorale.
Ecco perché si guarda con attenzione ai grandi centri: Oristano, Cabras, Terralba e Bosa e a chi controlla questi Comuni, Oristano ad esempio (30.287 abitanti) ha 25 consiglieri il cui peso ponderato vale 203 “voti pieni” su 1.000. Sommando le altre tre città principali si supera il 60% del peso totale. I piccoli Comuni, pur numerosi, hanno un impatto marginale. Alla luce di questo scenario, le strategie si costruiscono sulle alleanze tra Comuni di peso simile. I micro-Comuni possono avere un ruolo solo in caso di spaccature nei grandi centri.
I movimenti e partiti, sia di centrodestra che di centrosinistra, stanno lavorando sottotraccia per costruire liste capaci di intercettare il consenso decisivo nelle zone ad alta incidenza ponderale. Nel centrodestra circolano i nomi del sindaco di Villaurbana Paolo Pireddu ( coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia), del sindaco di Terralba Sandro Pili, del sindaco di Cuglieri Andrea Loche, dirigente di Forza Italia. Tutto però dipenderà dagli equilibri interni tra i partiti nel tavolo regionale.
Sul fronte opposto, si fanno i nomi di Andrea Abis, sindaco di Cabras, vicino a Orizzonte Comune, e del sindaco di Solarussa Mario Tendas (Pd), già Consigliere regionale e amministratore provinciale di lungo corso. Ma dalla città capoluogo ci sarà un passo all'indietro a o faranno valere il proprio peso?
Le elezioni di settembre segnano sì una svolta, ma non risolvono il vulnus democratico aperto dalla riforma Delrio: i cittadini restano esclusi. La rappresentanza è indiretta, il sistema sbilanciato. E se i grandi centri dettano legge, le aree interne rischiano ancora una volta di restare ai margini. Il ritorno al voto, insomma, c’è, ma la democrazia resta a metà.