La sentenza della Corte costituzionale che boccia la legge sul commissariamento delle Asl della Sardegna piomba come una bomba prenatalizia sulla politica sarda.

Il verdetto «certifica, nero su bianco, il fallimento politico e amministrativo della Giunta guidata da Alessandra Todde», attacca  Ugo Cappellacci, deputato di Forza Italia e presidente della Commissione Affari sociali e Salute della Camera, «la Consulta è chiarissima: non si può usare lo strumento del commissariamento per mandare a casa i manager senza una vera riforma del sistema. Esattamente ciò che questa Giunta ha fatto, dimostrando improvvisazione, superficialità e totale mancanza di visione».

Ora il rischio «è gravissimo caos istituzionale, incertezza sulle nomine, contenziosi milionari a carico dei cittadini sardi», prosegue l’ex governatore, «un disastro annunciato, che pagheranno ancora una volta pazienti, operatori sanitari e territori. Adesso basta. Basta giocare sulla pelle dei sardi. Basta usare la sanità come terreno di propaganda e regolamenti di conti politici. La sanità è solo l'ultimo tassello di un fallimento più ampio che attraversa i principali settori strategici dell'Isola: energia, gestita senza una visione chiara e stabile; servizi essenziali, segnati da continue difficoltà e assenza di programmazione; trasporti, sempre più inadeguati e penalizzanti per cittadini e imprese». 

Dal fronte azzurro della Camera arriva anche l’affondo di Pietro Pittalis: «Dilettanti allo sbaraglio: l'ennesima bocciatura rappresenta la cifra del malgoverno di questa Giunta, che sta facendo precipitare sempre più la situazione già precaria della sanità. Qualcuno dovrà rispondere anche dei risarcimenti, e dei danni alle casse pubbliche, che questa improvvida iniziativa determinerà». 

«La Todde e la sua giunta, pur di occupare delle poltrone hanno illegittimamente commissariato i Dg delle Asl sarde senza una motivazione a norma di legge, infatti la becera spartizione di quote di potere non è prevista tra le possibilità di commissariamento».  Lo scrive in una nota Antonella Zedda, senatrice e vice presidente del gruppo di Fratelli d'Italia a palazzo Madama. «Il pasticcio è tutto pentastellato, ma il Pd comunque non è esente da colpe, visto che tiene ben salda la presidente grillina, e anche se non partecipò né alle nomine né alla giunta in cui la presidente con estrema spavalderia approvò la delibera di commissariamento, ha scelto comunque di giocare con i conti della Sardegna, scegliendo così il rischio di rivalsa dei Dg commissariati». 

Secondo Alice Aroni, vice-presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, «la Corte Costituzionale non ha fatto altro che certificare quanto statuito in plurime sentenze che avevano ad oggetto il divieto di spoils system. Per mesi ho detto sia in Commissione Sanità che in aula in Consiglio regionale che la pseudo riforma della sanità non era altro che un escamotage per occupare surrettiziamente le poltrone dei manager della sanità».

Per l’esponente dell’opposizione «bene fece il Pd a non partecipare alla Giunta nella quale furono nominati i commissari, perché era palese che una siffatta norma non avrebbe potuto avere vita lunga. Adesso», continua  Aroni, «oltre ad aver generato un consistente danno all’Erario, questa vicenda porta con sé un ulteriore periodo di instabilità nel governo del servizio sanitario che certamente si ripercuoterà sulla pelle dei sardi che hanno già dovuto registrare un peggioramento dei servizi sanitari nell’anno 2024, come autorevolmente certificato del Ministero della salute nel Piano nazionale esiti».

Aroni preannuncia una «una convocazione urgente dell’assessore della sanità ad interim», ossia Alessandra Todde, «perché è necessario sapere che provvedimenti intenda prendere: i sardi e gli operatori della sanità non si meritano questo lungo e buio periodo di instabilità, d'altronde è stata la Presidente stessa a dire che la fase di Commissariamento sarebbe dovuta essere superata in fretta. Adesso anche la Corte Costituzionale glielo impone».

Dai banchi dell’opposizione si leva anche la voce di Umberto Ticca dei Riformatori: «Non chiedevamo alla Giunta di risolvere in pochi mesi problemi stratificati da anni nella sanità sarda, ma almeno di provarci con politiche serie. Invece si è scelto di occuparsi delle poltrone, forzando le regole. Il risultato è sotto gli occhi di tutti», rileva, «dati sempre peggiori, cittadini che hanno paura di ammalarsi perché sanno che la loro Regione non riesce a curarli e, come avevamo previsto, una leggina spazzata via dalla Corte Costituzionale. Il sistema resta inchiodato e a pagare il prezzo di questa improvvisazione saranno ancora una volta i sardi». 

«Un’ennesima sonora bocciatura per il “Poltronificio Todde”»: cosi si esprime Corrado Meloni, consigliere regionale di FdI: «Un colpo da ko per l’Armata Brancaleone che sgoverna la Sardegna da quasi due anni, proprio mentre la maggioranza di centrosinistra sta litigando per le nomine dei direttori delle aziende sanitarie che, come attestato dalla Consulta, ha sostituito illegittimamente. La presidente Todde finora ha evidenziato improvvisazione amministrativa e sciatteria istituzionale. Faccia un regalo ai sardi: si dimetta». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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