Ultimo dei quattro passaggi alla Camera per la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari.

Il provvedimento, votato in Aula in queste ore, prevede la riduzione dei senatori da 315 a 200 (con non più di cinque nominati a vita) e i deputati da 630 a 400. In totale da 945 parlamentari si passerà a 600.

I consensi vanno ben oltre la semplice maggioranza assoluta necessaria, ossia 316. Oltre ai 216 deputati del Movimento 5 Stelle ("Siamo compatti", dicono nonostante i vari malumori), agli 89 del Pd ("Eliminate le storture, ora votiamo sì", scandisce Graziano Delrio tra i fischi e le contestazioni dell'opposizione) ai 26 di Italia Viva e ai 13 di Leu, ci sono i sì anche dei deputati della minoranza, 99 di Forza Italia e 34 di Fratelli d'Italia.

In bilico c'era solo la posizione della Lega, 124, ma in mattinata è arrivato l'annuncio della parlamentare Alessandra Locatelli: "La posizione della Lega è a favore del taglio dei parlamentari e oggi voteremo sì - ha detto a SkyTg24 -. La nostra posizione è fedele e concordata anche con il resto del centrodestra".

Poi il via libera anche di Matteo Salvini: "Sul taglio dei parlamentari noi ci siamo, lo abbiamo sempre votato. Che problema c'è? Voteremo uniti con il centrodestra".

Contrari i parlamentari di +Europa, che oggi hanno inscenato una protesta davanti a Montecitorio: "È una riforma costituzionale priva di un senso, che non sia quello di sbandierare demagogicamente il taglio di un pezzo del Parlamento", è la critica di Riccardo Magi.

Tra gli impegni presi nella coalizione di governo c'è anche quello di presentare la riforma elettorale entro dicembre. E ciò per garantire "il pluralismo politico e territoriale" e la parità di genere, fortemente voluta da Italia viva. Così come l'impegno all'abbassamento dell'età per il voto per il Senato equiparando i requisiti di elettorato attivo e passivo a Montecitorio e Palazzo Madama.

IN SARDEGNA - La riforma che taglia i parlamentari avrà ripercussioni che potrebbero essere oggetto di critiche da parte delle regioni medio piccole come la Sardegna, che come Trentino Alto Adige, Friuli, Liguria, Marche, Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria, specie al Senato, non eleggeranno parlamentari di tutte le opposizioni, visto il nostro sistema tripolare.

Nell'Isola alla Camera dai 17 seggi si scende agli 11 (-35,3%). In Senato dagli 8 ai 5 (-37,5%). Una variazione che in percentuale si allinea alle altre regioni.

Non sarà toccata, naturalmente, la Valle D'Aosta, che ha un solo parlamentare sia al Senato che alla Camera.

(Unioneonline/D)

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