«Nessun aereo Usa è partito da basi italiane, non abbiamo partecipato in alcun modo all’attacco all’Iran»

Lo ha detto Giorgia Meloni alla Camera, intervenendo sulla crisi in Medio Oriente nelle comunicazioni sul prossimo Consiglio europeo.

La premier ha garantito che se gli Stati Uniti chiederanno l'utilizzo delle basi italiane, «una decisione del genere dovrebbe fare un passaggio parlamentare, differentemente da quello che è accaduto in altre situazioni, quando al Governo non c'eravamo noi».

A livello Ue, ha affermato la presidente del Consiglio, «oggi anche più di ieri è necessario concentrarsi sulle questioni su cui si può fare la differenza e non nelle materie di dettaglio che possono essere meglio gestite a livello nazionale».

La posizione dell’Italia: «Noi consideriamo molto pericoloso che l'Iran si doti dell'arma nucleare non solo per il pericolo in sè, ma perché avvierebbe una rincorsa alle armi atomiche in altre zone dell'area innescando un effetto domino. È il momento di abbandonare ambiguità e distinguo: l'Iran deve cogliere l'opportunità di siglare un accordo oggi con Washington portando avanti un programma civile sul nucleare e garantisca di non avere assolutamente obiettivi militari».

Sulla possibile chiusura dello Stretto di Hormuz: «Stiamo vagliando le ipotesi di risposta da parte iraniana, in particolare stiamo monitorando Hormuz, uno stretto strategico per le economie globali capace di condizionare il pezzo del petrolio e dell'energia a livello mondiale, ma in ogni caso ci siamo già occupati di assicurare all'Italia gli approvvigionamenti energetici necessari».

Il governo, ha riferito la premier, sta «studiando la possibilità di ricollocare l'ambasciata a Teheran temporaneamente in Oman».

Due sono le priorità per Giorgia Meloni. Negoziati in Iran e una tregua a Gaza, dove «la legittima reazione di Israele a un insensato attacco sta assumendo forme drammatiche e inaccettabili». Senza perdere di vista la situazione in Libia e in Libano e la guerra in Ucraina («Sì a nuove sanzioni per la Russia, non vuole la pace»).

«Non lasceremo l'Italia esposta e incapace di tutelare i suoi interessi», ha aggiunto la premier, sottolineando la necessità di un dialogo tra maggioranza e opposizione e, a livello europeo e mondiale, tra i leader «per concordare su un’azione coesa a livello negoziale».

Meloni ha parlato anche del vertice Nato e dell’aumento delle spese destinate alla Difesa, che devono salire al 5%: «Saremo chiamati ad assumere impegni all’altezza dei tempi, sono impegni importanti che l'Italia rispetterà. Non lasceremo l'Italia esposta debole e incapace di difendersi».

(Unioneonline/L)

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