Anche il Parlamento italiano, dopo quello inglese e quello europeo, lavora per ospitare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in videoconferenza.

Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha detto di essere in contatto con le autorità di Kiev e l'ambasciatore ucraino in Italia e che “attendiamo notizie". Al lavoro anche la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, gli uffici di presidenza delle Camere, Palazzo Chigi e la Farnesina. A Montecitorio sono stati i deputati Andrea Romano del Pd e Mirella Emiliozzi del M5s a sollecitare, in aula, un videocollegamento "nella casa della democrazia".

Tra i Cinquestelle però ci sarebbero diversi parlamentari se non contrari, almeno dubbiosi. Come la deputata Enrica Segneri, che spiega: "Non mi sembra una cosa utile. Sappiamo già quali possono essere le richieste di Zelensky, come risponderà il Parlamento italiano? L'Italia vuole entrare in guerra? Zelensky chiederà aiuti concreti. Rischiamo di infilarci in una situazione paradossale". Gabriele Lorenzoni, pentastellato “ribelle”, dice di temere un inedito "precedente storico" facendo parlare in Aula "il presidente di una nazione in guerra": "Così c'è il rischio di scatenare un conflitto su larga scala".

Nel Movimento non sono un segreto le riserve di alcuni sull'invio di armi nel Paese invaso dalla Russia, autorizzato con una risoluzione votata in aula. Unico contrario, tra i 5S, il presidente della commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli. Se il videocollegamento si farà, probabilmente sarà nell'aula della Camera, perché più grande. Ma non si esclude nemmeno che la seduta sia ristretta a una delegazione di parlamentari.

Nel frattempo, Zelensky dovrebbe apparire domani sul maxischermo di piazza Santa Croce a Firenze, in videocollegamento con la manifestazione promossa dal sindaco Dario Nardella a nome delle città di Eurocities e con il centrosinistra al completo.

(Unioneonline/D)

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