«La Corte ritene che il raggiungimento di un obiettivo economico, patrimoniale strettamente connesso al nuovo legame sentimentale instaurato, non sia motivo così manifestamente sproporzionato e abnorme rispetto al delitto commesso, da risultare un mero pretesto per dare sfogo all’occasionale impulso criminale». Con questa motivazione, che si legge nella sentenza depositata ieri, la Corte d’assise di Cagliari ha spiegato perché, pur condannando al carcere a vita Igor Sollai per l’omicidio pluriaggravato della moglie, Francesca Deidda, abbia giudicato insussistenti i «motivi futili e abietti» richiesti dal pubblico ministero Marco Cocco.

Le motivazioni

Spiegando le ragioni dell’ergastolo con isolamento diurno inflitto all’autotrasportatore 45enne di San Sperate, colpevole di aver ucciso la moglie 43enne il 10 maggio 2024 con una serie di martellate alla testa, la Corte presieduta da Lucia Perra (a latere il collega Roberto Cau) ha ribadito che «Igor Sollai non ha mai manifestato alcun reale rammarico per i gravissimi delitti compiuti, ma è sempre apparso freddamente determinato, prima e dopo la sua carcerazione, ad operare esclusivamente nell’ottica di garantirsi una possibilità di limitare le conseguenze del gravissimo delitto commesso». Dopo il delitto, l’autotrasportatore aveva gettato il corpo della donna in un borsone nei boschi di San Priamo, tenendo il suo telefono per messaggiare con familiari e amici e far credere in un allontanamento volontario. Nel giro di poche settimane, però, carabinieri e Procura avevano scoperto l’omicidio. A chiedere giustizia per la sorella era stato Andrea Deidda, parte civile nel processo con il legale Gianfranco Piscitelli.

Igor Sollai, 43 anni

Movente economico

I giudici confermano il movente economico dell’omicidio pluriaggravato anche da premeditazione e crudeltà, chiarendo che Sollai (difeso dall’avvocato Carlo Demurtas) non meritasse le attenuanti generiche. L’imputato – secondo la Corte – voleva assicurarsi la casa, i soldi, il Tfr, i pochi beni e anche l’assicurazione sulla vita della moglie per rifarsi una vita con l’amante. «La confessione non è mai apparsa accompagnata dall’insorgere nell’animo del Sollai di un sentimento di umana pietà verso la povera moglie», si legge, «e di autentico pentimento per la sua efferata uccisione».

Elmas ha dedicato la giornata contro la violenza sulle donne alla concittadina Francesca Deidda, uccisa dal marito nella loro casa di San Sperate. Ieri mattina la comunità masese si è riunita per ricordare le vittime di femminicidio, con un momento di raccoglimento in via Antonio Boi. All’incontro, organizzato dalla Consulta delle Donne, sono state fatte alcune letture da parte della Consulta degli Anziani e della Schola Cantorum, donati dei manufatti realizzati dai gruppi “Penelope taglio e cucito” e “Antiche arti femminili" e intrapresi passi di danza a cura della società “Cibiesse”. Presenti anche Pro loco, Sos Elmas, Gruppo scout Agesci e artisti masesi.

Nel pomeriggio, al Teatro Maria Carta, il percorso di riflessione si è concluso con un incontro promosso dal Comune.

Francesco Pinna

(ha collaborato Sara Saiu)

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