Urla, recriminazioni e minacce: arriva subito al duro scontro il vertice tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca.

«Si è vestito bene, è elegante», aveva esordito il presidente americano rivolgendosi al leader ucraino che indossava una polo e dei pantaloni neri, salvo poi accusarlo di non aver messo giacca e cravatta. Al centro del colloquio tra i due leader l'accordo sulle terre rare tra i due Paesi, firmato oggi. «Firmeremo un accordo molto equo sui minerali ucraini», ha detto Trump. «Mi auguro che questo documento, l’accordo sulle terre rare con gli Usa, sia un passo avanti», gli ha fatto eco il presidente ucraino.

Il discorso si è poi spostato sulla guerra in Ucraina e lì i toni si sono presto accesi: Trump ha affermato che «l’accordo sulla tregua è ragionevolmente vicino». Un accordo che ancora non si sa cosa preveda e che il presidente americano sta portando avanti direttamente con la Russia, escludendo di fatto dalle trattative la Ue e la stessa Ucraina. Zelensky, «convinto» che Trump sia dalla sua parte, gli ha detto senza mezzi termini che «Putin è un killer» e che su questo «non accetta compromessi». «Insieme possiamo fermarlo», lo ha incalzato, prima di mostrargli foto di donne e uomini uccisi da Mosca: «Non volevo portare quelle di bambini», ha detto, chiedendogli di non rendere le immagini pubbliche. «Anche in guerra ci sono regole, loro non ne hanno». Trump, dal canto suo, gli ha risposto che se vuole la fine della guerra, «dovrà fare compromessi» con la Russia.

Quindi l’escalation, con Trump che ha accusato il presidente ucraino di «mettersi in una pessima posizione» e di «non avere le carte di mano» per un accordo. «Dovete essere riconoscenti», ha poi urlato, sostenendo che il leader di Kiev non può dire a Washington «voglio questo, voglio quello» e che sta «giocando con la Terza Guerra Mondiale». Poi lo ha minacciato: «O fai un accordo o noi siamo fuori!». E ancora «senza le armi degli Stati Uniti avresti perso la guerra in due settimane». Infine l’insulto: «Non è tanto intelligente».

Zelensky ha risposto che l'Ucraina è ancora in grado di difendersi e resistere alla Russia, e che non è venuto «per giocare a carte». 

Nei giorni scorsi non sono mancati i momenti di tensione tra i due leader. Gli Usa con la nuova amministrazione hanno smesso di definire il conflitto un’invasione russa, anzi, Trump ha persino detto in un’occasione che l’Ucraina «non doveva iniziare la guerra» e ha definito Zelensky un «dittatore». Una decisa inversione di marcia rispetto alla precedente amministrazione americana. Il presidente ucraino, dal canto suo, aveva detto inizialmente no all’accordo sulle terre rare e si era lamentato non poco dell’esclusione dalle trattative che l’alleato statunitense portava avanti con Putin.

(Unioneonline/L)

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