“Vi chiediamo ogni giorno una no fly zone, se non ce la date, almeno forniteci aerei per proteggerci. Se non ci date neanche questi, rimane una sola soluzione: anche voi volete che ci uccidano lentamente. Questa sarà anche responsabilità della politica mondiale, dei leader occidentali. Oggi e per sempre”.

Questo è l’ennesimo appello, lanciato oggi, del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che da giorni chiede ai leader occidentali una no fly zone in Ucraina.

Appello più volte respinto al mittente dagli Stati Uniti: “Gli Usa non vogliono una no fly zone sull’Ucraina perché vorrebbe dire che le forze americane dovrebbero poi abbattere aerei russi, cosa che rischierebbe di causare una guerra immediata e diretta contro Mosca, un’escalation militare che non vogliamo in questo momento”, ha spiegato la Casa Bianca.

Un no ribadito anche da Londra, secondo cui significherebbe “aprire uno scontro diretto con Mosca dalle conseguenze incontrollabili, imprevedibili, fino all’ombra di una terza guerra mondiale e all’incubo nucleare”. Inoltre ha spiegato il ministro della Difesa britannico Ben Wallace, decretare i voli off limits “vorrebbe dire farlo non solo nei confronti dell’aviazione di Putin, ma anche di quella ucraina, i cui droni e caccia restano tra le armi più efficaci per rallentare l'avanzata dell’armata di terra russa”. Anche il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, senza girarci troppo intorno, ha detto una che una no fly zone potrebbe innescare “la terza guerra mondiale”.

D’altronde lo stesso Vladimir Putin ieri ha lanciato all’Occidente un avvertimento che sa tanto di minaccia: “Ogni mossa in direzione di una no fly zone sull’Ucraina da parte di qualsiasi Paese sarebbe equivalente a una dichiarazione di guerra, la considereremmo una partecipazione al conflitto armato”.

COSA È LA NO FLY ZONE – Si tratta di un divieto di sorvolare un determinato spazio aereo, quello dell’Ucraina in questo caso. Può essere dichiarata da organizzazioni internazionali come Nato, Onu, Ue, ma anche da singoli Stati.

Non è, come può sembrare, un’azione difensiva, ma decisamente offensiva. Chi la impone deve infatti effettuare attività di pattugliamento e, se lo spazio aereo fosse violato, dovrebbe arrivare ad abbattere il velivolo nemico. Non solo, pattugliare vuol dire anche controllare l’area senza subire attacchi da terra, dunque comporta distruggere le risorse antiaeree dell’avversario, nella fattispecie l’artiglieria russa presente sul territorio ucraino.

La no fly zone è stata usata in Libia, dove servì a Francia, Gran Bretagna e Usa per abbattere le forze antiaeree di Gheddafi, e nella prima guerra in Iraq. Non in Siria, anche allora per evitare uno scontro diretto con Mosca, che sosteneva il presidente Bashar al Assad.

(Unioneonline/L)

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