Trovato dopo due mesi e due settimane di ricerche il corpo di Alberto Fedele, l'ingegnere gestionale pavese scomparso lo scorso 4 luglio quando era partito per una escursione sulle Ande.

Il giovane aveva deciso di prendersi un anno sabbatico per i suoi trent’anni partecipando come volontario a un progetto di cooperazione della onlus WeWorld in Perù. A luglio aveva approfittato di alcuni giorni liberi per fare trekking nella zona di Cusco, nella provincia di Urubamba. Voleva vedere la laguna di Juchuyccocha. Il 5 luglio era stata un’amica a dare l'allarme: Alberto, dall'escursione verso la laguna, non era tornato.

Subito sono cominciate le ricerche, rese difficili dalla neve e dal fatto che il suo cellulare risultava spento. Per settimane sono andate avanti le ricerche, costantemente seguite dal padre di Alberto, volato in Perù. Lo scorso 19 agosto è stato trovato un corpo in decomposizione senza abiti in un isolotto del rio Vilcanota, ma dall'esame autoptico si è scoperto che non era Alberto.

Questa volta è andata diversamente: il corpo congelato di un giovane "è stato localizzato al termine di una ardua ricerca su un lato della laguna Juchuyccocha, nel settore del Chicòn della provincia di Urubamba" da parte di una squadra di soccorritori. La certezza che si trattava di Alberto è arrivata poche ore dopo. "È confermato che è lui - ha detto il presidente di WeWorld Marco Chiesara - È stato riconosciuto grazie allo zaino e ai vestiti". Il ragazzo, probabilmente, “è scivolato durante l'escursione".

(Unioneonline/D)

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