Scontro su Crimea e Donbass, Mosca pronta a una tregua temporanea a Mariupol. Draghi sente Putin: “La chiamo per parlare di pace”
Alcune truppe russe lasciano la zona di Kiev dirigendosi verso Est e verso la Bielorussia
Siamo al 35esimo giorno di guerra in Ucraina: all’indomani del nuovo round di colloqui tra Russia e Ucraina la mattinata non è partita sotto i migliori auspici. Ucraina, Usa, Gran Bretagna ed Europa non si fidano della promessa di Mosca di concentrarsi sulla zona orientale del Paese: nella notte colpita dai bombardamenti Chernihiv, ancora combattimenti sono stati segnalati oggi nei dintorni di Kiev.
Ma questo pomeriggio l’Ucraina ha fatto sapere che Mosca sta spostando le truppe da Kiev e Chernihiv verso Est, altre truppe invece si stanno spostando verso la Bielorussia. Si prepara dunque la grande battaglia per la conquista definitiva del Donbass. C’è anche un’apertura di Mosca a un cessate il fuoco nella città più devastata, Mariupol: la Russia è pronta a una tregua temporanea “se Kiev accetta determinate condizioni”.
Oggi Mario Draghi ha sentito Vladimir Putin: un colloquio di oltre un’ora in cui il presidente russo ha riferito sugli sviluppi dei negoziati e sulla richiesta di Mosca di ottenere in rubli il pagamento per le forniture di gas, fa sapere il Cremlino. “La chiamo per parlare di pace”, ha esordito il presidente del Consiglio.
Sul fronte delle trattative la questione “più difficile” è quella dello status del Donbass, su cui dovranno trattare direttamente Zelensky e Putin, spiega il negoziatore ucraino David Arahamiya. A dimostrazione di un negoziato in salita arriva lo scontro tra Mosca e Kiev proprio sui territori contesi. Prima il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, parlando di “progressi” nei colloqui, afferma che ormai l’Ucraina “sta capendo che le questioni della Crimea e del Donbass sono definitivamente chiuse”. A stretto giro di posta la replica del portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko: "Le questioni della Crimea occupata e del Donbass saranno definitamente chiuse dopo il ripristino della sovranità ucraina in questi territori".
Sulla neutralità l’Ucraina è pronta a fare concessioni, ma vuole una “neutralità rafforzata”, dunque chiede di continuare a disporre di un proprio Esercito. Chiede inoltre che ci siano dei Paesi garanti “obbligati” ad intervenire in caso di attacco russo.
La strada, insomma, è ancora lunga e lastricata di insidie. Stamattina Putin aveva gelato tutti, d’altronde, dicendo che dai negoziati non è arrivata “nessuna svolta”.
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I russi si stanno ritirando da Chernobyl
Le forze russe in Ucraina hanno iniziato il ritiro dalla zona della centrale nucleare di Chernobyl. Lo ha detto il Pentagono.
Secondo fonti della difesa americana, "l'area della centrale nucleare, occupata dai russi dal 24 febbraio, è una delle zone che le forze di Mosca stanno lasciando per riposizionarsi in Bielorussia".
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Mosca pronta a una tregua temporanea a Mariupol
La Russia è pronta a dichiarare un cessate il fuoco temporaneo a Mariupol a partire dalle 10 del 31 marzo e ad aprire un corridoio umanitario verso Zaporizhzhya a condizione che Kiev soddisfi determinate condizioni. Lo rendono noto fonti militari russe, riporta Interfax.
La Russia aprirà il corridoio solo a patto che l'Ucraina accetti formalmente per iscritto di rispettare diverse condizioni e confermi l'effettivo cessate il fuoco. "Chiediamo alle autorità di Kiev il rigoroso rispetto delle seguenti condizioni per la creazione di un corridoio umanitario: garantire il rispetto incondizionato del cessate il fuoco temporaneo entro i tempi stabiliti, di cui è necessario informare la parte russa e i rappresentanti dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) entro le 6:00 del 31 marzo 2022", ha affermato Mikhail Mizintsev, capo del Centro di controllo della difesa nazionale. Inoltre, Kiev deve fornire un passaggio sicuro per gli autobus di evacuazione sulla rotta concordata, in particolare tra Mariupol e Berdiansk, ha affermato.
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Popolarità di Putin ai massimi
Il tasso di approvazione dei russi per il presidente Vladimir Putin è balzato all'83%, ai massimi degli ultimi anni, dopo l'inizio della guerra in Ucraina, mentre sono il 69% coloro che ritengono che Mosca stia andando nella giusta direzione con la cosiddetta 'operazione speciale militare' nel Paese vicino. Lo rileva un sondaggio dell'istituto di statistica indipendente Levada, peraltro designato dalle autorità russe come "agente straniero". In febbraio il tasso di gradimento per Putin era al 71% e coloro che ritenevano che il Paese si muovesse nella giusta direzione erano il 52%.
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Alcune truppe russe spostate da Kiev alla Bielorussia
"Abbiamo visto nelle utlime 24 ore un riposizionamento di una piccola percentuale delle truppe russe nella zona di Kiev, crediamo che alcune di quelle, meno del 20%, si stiano riposizionando in Bielorussia". Lo ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby, in un briefing con la stampa. "Ma soltanto una parte e questo è un punto importante, perché se i russi si stessero veramente ritirando le avrebbero spostate tutte", ha sottolineato.
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“Anche oggi combattimenti intorno a Kiev”
Anche oggi sono stati segnalati pesanti combattimenti alla periferia di Kiev, nonostante l'annunciato ritiro dei russi dalle aree intorno alla capitale ucraina. Lo ha rilevato la Cnn sul terreno, segnalando continui colpi di proiettili sparati da entrambi i fronti vicino al sobborgo nord-occidentale di Irpin. Oltre a diversi lanci di razzi a intermittenza vicino all'ultimo posto di blocco tra Kiev e Irpin, così come sporadici spari di armi di piccolo calibro.
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"Mosca sposta le truppe verso Est”
"La Russia sta trasferendo parte delle sue forze militari dall'area di Kiev e Chernihiv all'Ucraina orientale". Lo ha affermato il segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale ucraina, Alexei Danilov, secondo quanto riporta Ukrinform.
Secondo Danilov, "i militari russi stanno andando in direzione di Kharkiv e Donetsk. Lì, il nemico sta ora rafforzando le sue truppe per cercare di aumentare la pressione sui nostri ragazzi che stanno difendendo l'Ucraina nelle regioni di Kharkiv, Donetsk e Lugansk".
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Kiev: “Su Crimea e Donbass questione non chiusa”
"Le questioni della Crimea occupata e del Donbass saranno definitamente chiuse dopo il ripristino della sovranità ucraina in questi territori". Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, secondo quanto riporta Unian, rispondendo al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. "Lavrov dimostra che c'è un malinteso nel processo negoziale - ha detto Nikolenko -. Crimea e Donbass saranno definitivamente chiuse dopo il ripristino della sovranità dell'Ucraina su di loro. Ai colloqui di Istanbul, la delegazione ucraina ha presentato proposte a Mosca su modi per raggiungere questo obiettivo".
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Draghi a Putin: “La chiamo per parlare di pace”
"Presidente Putin, la chiamo per parlare di pace". Con queste parole ha esordito il premier Mario Draghi parlando con il presidente della federazione russa Vladimir Putin, secondo quanto riferisce l'account di Palazzo Chigi.
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Lavrov: “Crimea e Donbass questioni chiuse”
Oltre che accettare che "lo status di Paese non nucleare e non allineato", l'Ucraina sta "capendo che le questioni della Crimea e del Donbass sono definitivamente chiuse". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, aggiungendo che ciò rappresenta "un importante progresso" per i negoziati. Lo riferisce l'agenzia Interfax.
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Draghi e Putin hanno parlato di gas e negoziati
Nella telefonata con il premier Mario Draghi, il presidente russo Vladimir Putin ha riferito sugli sviluppi dei negoziati di ieri a Istanbul tra le delegazioni di Mosca e Kiev e sulla richiesta di Mosca di ottenere in rubli il pagamento per le forniture di gas. Lo riferisce il Cremlino, citato dalla Tass.
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“Donna stuprata dai russi davanti al figlio”
Il governo di Kiev denuncia un orrore di guerra compiuto dai russi. "A Mariupol gli occupanti hanno violentato una donna per diversi giorni di fronte al figlio di sei anni", ha reso noto il ministero della difesa ucraino, aggiungendo che la donna "è morta in seguito alla ferite", mentre al piccolo sono diventati grigi i capelli per lo shock. "Questo non è un film dell'orrore. Stupro, violenza, omicidio: questo è ciò che significa il 'mondo russo'", aggiunge il ministero sul profilo Twitter.
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Telefonata Draghi-Putin
C'è stata nel pomeriggio, secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, un colloquio telefonico tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente russo Vladimir Putin. Il colloquio, durato circa un'ora, è terminato da poco.
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Il sindaco di Irpin: “Qui almeno 200 vittime”
Sono almeno 200 le persone uccise dall'inizio del conflitto a Irpin, sobborgo nordoccidentale di Kiev. Lo ha riferito il sindaco Oleksandr Markushin, precisando che il bilancio reale potrebbe essere anche peggiore. Metà della città è stata distrutta, ha aggiunto. Lo riporta Ukrinform. Due giorni fa, il primo cittadino aveva annunciato la ripresa della città da parte delle forze ucraine.
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“Putin male informato dai suoi capi militari”
Il presidente russo Vladimir Putin "è male informato dai suoi" sull'andamento della guerra in Ucraina. Lo riferisce un funzionario americano alla Cnn sostenendo che i capi militari russi "hanno paura" di riferire a Putin quanto "male stiano facendo le forze armate di Mosca" nell'offensiva contro gli ucraini. Il funzionario ha parlato anche di "tensione continua" tra Putin e il ministero della Difesa perché il presidente russo "non si fida" dei capi militari.
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“Nessun ritiro dei russi da Kiev e Chernihiv”
Non c'è nessun ritiro dei russi su vasta scala nelle aree di Kiev e Chernihiv ma solo movimenti limitati. Lo ha comunicato un portavoce del ministero della Difesa ucraino. "Il nemico ha ritirato le unità che hanno subito le perdite maggiori per rifornirle", ha reso noto Oleksandr Motuzyanyk, aggiungendo che "l'assedio di Chernihiv continua, come missili e colpi di artiglieria lanciati dalle forze russe".
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“Questione Donbass sarà trattata direttamente da Putin e Zelensky”
La giornata di ora in ora: La questione dello status del Donbass "è la più difficile". Lo ha sottolineato il negoziatore ucraino David Arahamiya in un'intervista all'indomani del round di colloqui con la Russia in Turchia. Arahamiya ha spiegato che l'argomento resta "tra parentesi" ed in Turchia "non è stato toccato". I due team "non avevano un mandato politico sufficiente per discuterne e quindi l'hanno tirato fuori prima dell'incontro dei leader e hanno lavorato su tutte le altre questioni", ha aggiunto.
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Kiev ha proposto a Mosca “neutralità rafforzata”
Nei negoziati con la Russia, l'Ucraina ha proposto "un concetto di 'neutralità rafforzata', in base al quale è necessario fare affidamento sul proprio esercito, oltre che disporre di garanzie" di sicurezza. "Cioè come la Svizzera, o Israele, che hanno un esercito di riserva che può essere mobilitato in gran numero e dare la risposta necessaria in caso di aggressione".
Lo ha detto il capo della delegazione negoziale ucraina David Arakhamia in un'intervista a Rbc. "Come si suol dire, confida in Dio, ma non sbagliarti su te stesso. Pertanto, il concetto di 'neutralità fortificata' ci è molto vicino", ha aggiunto Arakhamia.
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Kiev: “Paesi garanti siano obbligati a difenderci”
Le garanzie di sicurezza chieste dall'Ucraina ad una serie di Paesi prevedono un intervento automatico in caso di un "attacco in qualsiasi forma". Lo afferma il capo della delegazione negoziale ucraina, David Arakhamia, in un'intervista a Rbc. Con la firma di un accordo di sicurezza, "i Paesi garanti devono essere obbligati, dopo consultazioni il cui tetto è di 72 ore, a fornire l'assistenza necessaria, sotto forma di armi e di intervento delle forze armate o altro", aggiunge, sottolineando che il "vincolo giuridico" a intervenire in difesa dell'Ucraina sarebbe garantito dalle ratifiche da parte dei parlamenti dei Paesi garanti.
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“Referendum su accordo solo col ritiro delle truppe russe”
"Il referendum nazionale" sulla possibile intesa tra Ucraina e Russia "si terrà solo dopo che le truppe russe saranno tornate alle loro posizioni antecedenti al 23 febbraio". Lo ha detto il capo negoziatore ucraino Mikhailo Podolyak incontrando in videocollegamento i media internazionali a Leopoli.
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Bombardato edificio della Croce Rossa a Mariupol
I bombardamenti russi hanno colpito un edificio della Croce Rossa a Mariupol. Lo fa sapere una responsabile ucraina.
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Di Maio: “Nel pomeriggio telefonata Draghi-Putin”
Il ministro degli Esteri Luigi di Maio annuncia da Berlino che "nelle prossime ore il premier Mario Draghi sentirà il presidente Putin".
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Russia e Cina: “Sanzioni unilaterali illegali e controproducenti”
Russia e Cina condannano le sanzioni unilaterali decise da Usa, Ue e alleati contro Mosca per la sua aggressione militare all'Ucraina, definendole "illegali e controproducenti": lo riferisce una nota del ministero degli Esteri russo diffusa dopo il bilaterale tra i capi delle rispettive diplomazie, Serghei Lavrov e Wang Yi .
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Cremlino: “Dai negoziati nessuna svolta”
Niente di "promettente" né alcuna "svolta" nei colloqui russo-ucraini. È il commento del Cremlino all'indomani dei negoziati tenuti in Turchia dalle delegazioni di Mosca e Kiev.
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“Più di 30 bombardamenti nella regione di Kiev”
Nella regione di Kiev la scorsa notte le truppe russe hanno effettuato più di 30 bombardamenti contro complessi residenziali e infrastrutture sociali. Lo ha riferito l'amministrazione militare regionale di Kiev su Telegram, citato da Unian. "L'esercito russo ha lanciato missili e bombe cercando di distruggere le infrastrutture e le aree residenziali in violazione del diritto umanitario internazionale. Gli occupanti russi continuano a terrorizzare la popolazione locale", ha aggiunto l'amministrazione militare.
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Onu: “Oltre 4 milioni di rifugiati dall’inizio dell’invasione”
Sono più di 4 milioni i rifugiati che sono fuggiti dall'Ucraina da quando è iniziata l'invasione russa. Lo fa sapere l'agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr), secondo la quale sono 4,02 milioni le persone che hanno lasciato il paese. Considerando che l'Ucraina prima dell'invasione aveva una popolazione di circa 44 milioni di persone, questo significa che circa una persona su 11 ha lasciato l'Ucraina in questi oltre 30 giorni di guerra.
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Bombardamenti lungo il fronte Kiev-repubblica Donetsk
Le forze russe stanno bombardando quasi tutte le città lungo la linea del fronte tra il territorio controllato da Kiev e l'autoproclamata repubblica di Donetsk: lo ha reso noto alla tv nazionale ucraina il governatore regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. Lo riporta il Guardian.
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Cina: “La cooperazione con la Russia non ha limiti”
La cooperazione cino-russa "non ha limiti". Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, in merito allo stato dei rapporti tra Pechino e Mosca dopo il bilaterale tenuto poche ore fa a Tunxi dai ministri degli Esteri Wang Yi e Serghei Lavrov.
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Russia: “Con Cina una voce sola sulla politica estera”
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo cinese Wang Yi hanno concordato di "rafforzare il coordinamento politico estero" bilaterale e di "ampliare i contatti bilaterali e multilaterali": lo ha reso noto il ministero degli Esteri russo in un comunicato dopo l'incontro odierno tra i due ministri a Tunxi, in Cina. Lo riporta Interfax. "Sullo sfondo di una complicata situazione internazionale, Russia e Cina continuano a rafforzare i partner strategici e a parlare con una sola voce negli affari globali", si legge inoltre nella nota.
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Concordati per oggi 3 corridoi umanitari
Per la giornata di oggi sono stati concordati tre corridoi umanitari in Ucraina, tutti nel Sud del Paese. Lo fa sapere la vice premier Iryna Vereshcuk su Telegram. I tre corridoi sono: ️per l'evacuazione dei residenti di Mariupol e la consegna degli aiuti umanitari alla città di Berdyansk; ️per la consegna degli aiuti umanitari e l'evacuazione delle persone dalla città di Melitopol; ️per un convoglio di persone con mezzi propri dalla città di Energodar a Zaporizhia. "Ieri ai colloqui di Istanbul, la delegazione russa ha ricevuto proposte per organizzare corridoi umanitari verso i 97 insediamenti più colpiti nelle regioni di Kharkiv, Kyiv, Kherson, Chernihiv, Sumy, Zaporizhia, Donetsk, Lugansk e Mykolayiv", dice la vicepremier, aggiungendo che "oggi continueremo a lavorare per ottenere l'approvazione per questi corridoi umanitari".
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Bombardata Lysychansk (Lugansk), ci sono vittime
La città orientale di Lysychansk, nel Lugansk, è stata bombardata questa mattina dall'artiglieria pesante russa e ci sono delle vittime. L'attacco ha provocato ampi danni sulle aree residenziali, riporta il Guardian citando le autorità locali. "Si sono avuti gravi danni su edifici con molti piani", scrive su Telegram il governatore della regione di Lugansk, Serhiy Gaidai. Secondo i media ucraini ci sono delle vittime, anche se il numero non è ancora stato chiarito.
(Unioneonline)
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