Mentre si lavora al trilaterale Trump-Putin-Zelensky (in cui si dovrà necessariamente parlare di eventuali concessioni territoriali dell’Ucraina alla Russia), la Ue e la Nato, assieme agli Stati Uniti, studiano le garanzie di sicurezza da dare all’Ucraina dopo un eventuale accordo di pace.

Ma da Mosca frenano: «Discutere di garanzie di sicurezza in Ucraina senza la Russia è una strada che non porta da nessuna parte», ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov citato dall'agenzia Ria Novosti.

«Non possiamo accettare - ha detto Lavrov in una conferenza stampa a Mosca - che ora si proponga di risolvere le questioni di sicurezza, di sicurezza collettiva, senza la Russia. Non funzionerà. Abbiamo già spiegato più volte che la Russia non esagera i propri interessi, ma i nostri legittimi interessi li garantiremo fermamente e rigorosamente».

Il capo della diplomazia di Mosca si è detto «sicuro che in Occidente, e soprattutto negli Stati Uniti, comprendano perfettamente che discutere seriamente di questioni di sicurezza senza la Russia è un'utopia, è una strada verso il nulla».

Mosca respinge qualsiasi dispiegamento di un contingente militare europeo in Ucraina dopo la pace, come proposto da numerosi Paesi tra cui la Francia. E rilancia le garanzie di sicurezza sottoposte in un documento dagli stessi negoziatori di Kiev nel 2022, durante le trattative poi naufragate a Istanbul. «Un ottimo esempio, avevamo accettato quel documento», che prevedeva tra le altre cose che a garantire la sicurezza dell'Ucraina fossero anche i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Quindi anche «Russia e Cina, oltre a Usa, Francia e Gran Bretagna».

Lavrov ha accusato gli europei di portare a una «escalation aggressiva della situazione, stanno solo cercando goffamente di cambiare la linea dell’amministrazione Trump e di mantenere gli Stati Uniti nella corsa agli armamenti». Il ministro si è tuttavia rallegrato che «questa posizione totalmente avventurista, conflittuale e bellicista non trovi alcun eco nell'attuale amministrazione americana”, che secondo lui si sta sforzando di “contribuire ad eliminare le cause profonde del conflitto».

Lavrov ha inoltre ribadito che qualsiasi incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky deve essere «preparato con la massima cura» affinché tale vertice «non si concluda con un deterioramento della situazione».

Intanto Budapest mantiene il veto sull’ingresso di Kiev nella Ue. Al termine del vertice con i leader europei a Washington di lunedì sera, il presidente Usa, Donald Trump, avrebbe telefonato al premier ungherese, Viktor Orban, per chiedere di eliminare il veto sull'adesione dell'Ucraina all'Ue. Sarebbero stati proprio i leader europei a chiedere al repubblicano di usare la sua influenza su Orbán. Ma il premier ungherese ha risposto via Facebook, spiegando che «l'appartenenza dell'Ucraina all'Unione Europea non offre alcuna garanzia di sicurezza» e, anzi, collegare questi due aspetti è «inutile e pericoloso».

(Unioneonline/L)

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