«Essere neutrali non significa essere indifferenti. La Svizzera, pur mantenendo la sua posizione di neutralità, ha immediatamente condannato l'invasione russa dell'Ucraina nei termini più forti possibili. Ha chiesto a Mosca di fermare subito l'aggressione militare e ritirare le sue truppe dal territorio ucraino. Seguiamo la situazione da vicino».

Così l’ambasciatrice svizzera in Italia Monika Schmutz Kirgöz che, ieri a Cagliari, accompagnata dal console onorario Alberto Vespa, e la prima segretaria dell'ambasciata Julie Meylan, ha incontrato, nel corso della prima visita ufficiale fuori da Roma, il presidente della Regione Christian Solinas, il prefetto Gianfranco Tomao e il sindaco Paolo Truzzu. «Ogni diplomatico - ha spiegato - deve conoscere il Paese in cui si trova. Avviare il ciclo di visite ufficiali con la Sardegna non è un fatto casuale: è la terza regione più grande d'Italia, ha uno statuto speciale e tantissime particolarità». L’ambasciatrice ha visitato anche la sede del gruppo editoriale L’Unione Sarda, incontrando il direttore generale Lia Serreli e il direttore delle testate giornalistiche Emanuele Dessì.

La guerra provoca una gravissima emergenza umanitaria. Cosa fa la Svizzera?

«Abbiamo appena deciso di aumentare l'aiuto umanitario a 80 milioni di franchi. Inoltre, le persone costrette a lasciare l'Ucraina a causa della guerra stanno ricevendo uno status speciale, mai attivato prima, che consente di evitare la procedura d’asilo ordinaria. Già più di tremila persone hanno ricevuto questo status in pochi giorni. Ora i profughi accolti dalla Svizzera sono 10 mila. Nell’accoglienza dei profughi mi risulta che anche la Sardegna abbia mostrato una solidarietà ammirevole».

Come si stanno sviluppano le relazioni bilaterali tra la Svizzera e la Sardegna?

«Il rapporto economico riguarda principalmente i flussi turistici. Di questo tema ho parlato con il presidente Solinas. Considerando gli ultimi indicatori pre-pandemia, il mio Paese ha una posizione di grande rilievo: terzo posto (10% del totale) tra i turisti stranieri arrivati nell’Isola, dopo Germania e Francia. La Sardegna ci piace molto per quello che riesce a offrire. Non solo un mare bellissimo, ma anche percorsi dentro la natura per gli amanti del trekking e della bicicletta. Un turismo “lento” molto apprezzato. Vedo un grande potenziale di investimento nel campo turistico. Ma è un asse di rilievo anche il commercio bilaterale delle merci».

Quali sono i numeri?

«Il commercio bilaterale di merci equivale a circa 20 milioni di euro all’anno. La categoria di merci più importante negli scambi commerciali Svizzera-Sardegna sono i prodotti manifatturieri».

Il legame tra Svizzera e Sardegna è storicamente molto forte.

«La Svizzera è una delle destinazioni d’emigrazione privilegiate dai sardi. A proposito, mi permetta un simpatico aneddoto. Conosce la città di Carouge? Confina con Ginevra. Viene definita la "città sarda". In realtà, il territorio fu ceduto al Regno di Sardegna dalla Repubblica di Ginevra al momento del trattato di Torino nel 1754 prima di finire nell’orbita di Ginevra in base all‘accordo del 1816. Voglio ricordare anche che circa 850 svizzeri vivono in Sardegna, perfettamente integrati».

L’immagine della Svizzera è ancora prigioniera di vecchi stereotipi.

«Cioccolata, banche, paesaggi alpini sono elementi caratterizzanti di cui siamo fieri, ma che non dicono tutto sulla Svizzera del 2022. Abbiamo una piazza finanziaria forte, ma non dimentichiamo che questo settore costituisce solo il 10% del nostro prodotto interno lordo. Siamo infatti anche un paese stabilmente ai primi posti delle classifiche internazionali sull’innovazione, nonché uno degli Stati che investe di più nella ricerca e nello sviluppo. La Svizzera contribuisce anche in modo sostanziale a creare posti di lavoro in Italia: nelle 3.700 aziende svizzere lavorano quasi 115.000 persone».

Che cosa le resta della breve visita a Cagliari?

«Ho avuto la possibilità di fare una visita guidata. Tra monumenti storici e panorami, c'è molto da vedere. Tornerò da turista!».

Massimiliano Rais

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