«La pace sia con voi»: il nuovo Pontefice è Robert Francis Prevost, Leone XIV
I cardinali hanno scelto il religioso statunitense, classe 1955, come 267esimo successore di Pietro. Il grazie a Bergoglio: «Costruiamo Ponti»«Habemus Papam». Oggi, 8 maggio 2025, i cardinali riuniti a conclave hanno finalmente scelto il successore di Pietro, 267esimo pontefice della Chiesa cattolica.
Si tratta dello statunitense Robert Francis Prevost – nato a Chicago nel 1955 (IL RITRATTO), di origini francesi e italiane per parte di padre e spagnole per parte di madre - che assumerà il nome di Leone XIV.
La fumata bianca è arrivata poco dopo le 18, al quarto scrutinio come era avvenuto per Ratzinger, dopo il raggiungimento della soglia degli 89 voti necessari per l’elezione, ovvero i due terzi dei porporati chiamati al voto nella Cappella Sistina.
Decine di migliaia i fedeli radunatisi in Vaticano, tra cui moltissimi giunti anche dalla Sardegna, per vivere l’attesa con gli occhi rivolti al comignolo e per salutare il nuovo pontefice, chiamato ora a raccogliere l’eredità di Bergoglio, morto lo scorso 21 aprile, e a guidare il popolo cattolico.
Alla vista del fumo chiaro campane a festa in tutta la Capitale e grida di giubilo, nell’attesa della presentazione del prescelto e del suo primo saluto, dal balcone della Loggia delle Benedizioni, ai fedeli e al mondo.
«Vorrei che questo saluto raggiunga tutti i popoli della terra: la pace sia con voi. La pace di Cristo risorto, disarmata, disarmante e umile», le prime parole di Leone, pronunciate in italiano.
Il Santo Padre – che ha anche salutato in spagnolo la comunità del Perù, nazione dove ha prestato servizio - ha poi ricordato con gratitudine papa Francesco (tre volte) e sottolineato la necessità di «una Chiesa sempre disponibile a costruire ponti».
E ancora: «Vogliamo essere una Chiesa sinodale, che cammina, che cerca la pace e la carità e che cerca di essere vicina a coloro che soffrono», ha detto il nuovo pontefice americano, prima di intonare un’Ave Maria, concedere l’indulgenza plenaria e pronunciare la sua prima, solenne benedizione Urbi et Orbi.
La parola "pace", pronunciata dieci volte, è tra quelle che ricorrono di più nel saluto di insediamento: un termine che lascia intendere quale sarà uno degli impegni cruciali di cui si farà carico il nuovo pontificato di Prevost. Un discorso che, prima volta in assoluto nella storia dell'elezione di un papa, è stato scritto e non pronunciato a braccio come fatto da tutti i suoi predecessori.
Domani il nuovo Papa celebrerà la messa nella Cappella Sistina con i cardinali alle 11. Domenica reciterà il Regina Coeli alle 12 dalla Loggia centrale.
(Unioneonline)