Gerasimov, l’eroe russo di Siria e Crimea, “è stato ucciso nella battaglia di Kharkiv”
Il generale icona della politica di potenza putiniana sarebbe il secondo alto comandante morto in guerra
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I servizi di intelligence ucraini affermano che è stato ucciso nel corso dei combattimenti nella regione nord-orientale di Kharkiv, vicino al confine con la Russia, il generale russo e vice comandante della 41esima armata Vitaly Gerasimov, veterano della seconda guerra in Cecenia e dell'intervento armato in Siria, insignito della medaglia intitolata al “ritorno della Crimea” alla Russia.
Se la notizia fosse confermata – per il momento è stata rilanciata dal Kyiv Independent - si tratterebbe del secondo generale morto nei combattimenti cominciati il 24 febbraio, quando le truppe di Mosca hanno varcato i confini ucraini.
Il primo, Andrei Sukhovetsky, 47 anni, comandante della settima divisione aerea, era rimasto ucciso in una data imprecisata, secondo quanto riferito il 3 marzo da Sky News citando un'organizzazione di ufficiali nel sud della Russia. Anche lui, secondo la stessa fonte, aveva preso parte alla campagna russa in Siria, che a partire dal 2015 ha segnato il grande ritorno sullo scacchiere mediorientale di Mosca.
Misteriose per il momento le circostanze dell'uccisione di Gerasimov: secondo alcune ricostruzioni sarebbe stata provocata da un'incredibile disorganizzazione nell'esercito invasore.
Secondo il giornalista investigativo Christo Grozev della testata Bellingcat, specializzata in intelligence e fact-checking, il responsabile dei servizi segreti Fsb all'interno della 41esima armata avrebbe comunicato la notizia della morte del generale al suo superiore a Tula, in Russia, usando una normale sim card ucraina, dicendo che non aveva a disposizione i normali canali di comunicazione sicuri. La chiamata sarebbe stata intercettata dall'intelligence ucraina, che proprio in questo modo ne sarebbe venuta a conoscenza.
Ad aumentare l'interesse, insieme al mistero, sulla figura di Vitaly Gerasimov c'è l'omonimia con il capo delle forze armate russe, Valery Gerasimov, 67 anni. Quest'ultimo, figura mitica e simbolo della rinata potenza militare russa, che il ministro della Difesa Serghei Shoigu ha definito "un militare dalla testa ai piedi", è stato a capo delle operazioni militari che nel 2014 portarono all'annessione della Crimea e, a partire dall'anno dopo, dell'intervento in Siria.
(Unioneonline/D)