Sì al bilaterale tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Il faccia a faccia fra i due rivali si terrà entro agosto in una località ancora da definire, e sarà seguito da un trilaterale con Donald Trump.

«I preparativi sono in corso», ha detto il presidente americano. Un incontro storico durante il quale - ha ammesso Zelensky - si affronterà la questione dei territori, tema che non è stato affrontato nella lunga giornata di incontri alla Casa Bianca nonostante Trump parli da settimane di scambio.

Cauta l’Europa e lo stesso Trump alla Fox ammette che «è possibile che Vladimir Putin non voglia raggiungere un accordo. Scopriremo di più su Putin nelle prossime due settimane». «Spero che Putin sia bravo – ha detto - altrimenti la situazione sarà dura. Anche Zelensky deve mostrare flessibilità». Ma comunque «lasciamo che si incontrino per primi: sono loro che devono prendere le decisioni».

Il vertice dovrebbe tenersi in Europa, ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron, auspicando che si svolga a Ginevra. «Più che un'ipotesi, è addirittura la volontà collettiva», ha dichiarato Macron: «Sarà un paese neutrale». Favorevole il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Ginevra potrebbe essere la sede giusta. L’Italia è favorevole che si svolgano a Ginevra perché la Svizzera è un Paese che ha sempre lavorato per la costruzione della pace».

Sul fatto che il presidente russo sia sottoposto a mandato d'arresto internazionale da parte della Cpi, il ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis sottolinea che «l'anno scorso il consiglio federale ha chiarito la situazione giuridica e definito le procedure» per «concedere l'immunità a una persona sottoposta a mandato di arresto internazionale» in arrivo in Svizzera, «se quella persona si presenta per una conferenza di pace, non se si presenta per motivi privati». 

Dopo il summit allo Studio Ovale tra Trump e Zelensky (LA CRONACA) ieri il multilaterale con i leader Ue: l’attenzione si è concentrata sulle garanzie di sicurezza, nodo su cui il confronto continuerà serrato. «Abbiamo discusso delle garanzie di sicurezza per l'Ucraina, garanzie che saranno fornite da vari paesi europei, in coordinamento gli Stati Uniti», ha spiegato Trump senza entrare nel dettaglio. «Stiamo valutando garanzie stile-articolo 5 della Nato», ha messo in evidenza il segretario generale Mark Rutte in un'intervista a Fox, precisando che non si è parlato dell'eventuale dispiegamento di truppe americane. «Lavoreremo nei prossimi giorni, abbiamo bisogno di discutere più dettagli», ha aggiunto.

«Gli occidentali formalizzeranno le garanzie di sicurezza per l'Ucraina entro 10 giorni», ha annunciato Zelensky, lasciando intendere che le trattative continueranno serrate. I leader europei, incluso il presidente ucraino, hanno parlato di un incontro buono e costruttivo alla Casa Bianca con Trump. I colloqui sono stati «intensi», ha messo in evidenza il cancelliere tedesco Friedrich Merz precisando che non possono essere imposte concessioni territoriali a Kiev.

Merz ha comunque espresso apprezzamento per l'impegno americano a offrire garanzie di sicurezza. Parlando di «progressi», il presidente francese Emmanuel Macron si è detto comunque cauto: «Dubito che Putin voglia la pace», ha detto chiedendo «un aumento delle sanzioni» contro la Russia se i negoziati falliranno.

Il leader del Cremlino «non è affidabile», ha invece osservato il presidente finlandese Alexander Stubb, sottolineando che la telefonata di Trump al leader del Cremlino nel mezzo dei colloqui alla Casa Bianca - durata ben 40 minuti – è stata una buona idea. Resta da vedere però - ha messo in evidenza - se avrà il coraggio di un tale incontro.

(Unioneonline)

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