Da 43 giorni, il 24 febbraio iniziava l’invasione russa, tutto il mondo si chiede dove si trovi esattamente Volodymyr Zelensky. I media russi all’inizio della guerra insinuarono che era fuggito all’estero con la famiglia, ma lui subito dopo uscì in strada a Kiev giurando che sarebbe rimasto “fino alla morte” in Ucraina.

Ora è la stessa stampa ucraina a svelare dove passi la maggior parte del tempo. Ogni tanto torna nel suo ufficio, soprattutto per i collegamenti in streaming con l’Occidente, ma il leader ucraino ha scelto come rifugio un bunker segreto a Kiev, costruito in epoca sovietica e progettato per resistere a una guerra nucleare.

Da quel bunker Zelensky decide e coordina le operazioni militari così come gli interventi umanitari e di soccorso - oltre a lanciare i suoi ormai famosi j'accuse al resto del mondo - insieme ad una squadra di militari, diplomatici ed economisti. L’ubicazione esatta del rifugio non è indicata, ma dovrebbe trovarsi vicino ai palazzi presidenziali di Kiev.

Chi nel bunker ci è stato in passato, come l'ex premier ucraino Mykola Azarov, dice che “è completamente protetto, preparato in epoca sovietica per la leadership politica e militare dello Stato contro un attacco nucleare. Neanche l'impatto diretto delle munizioni nucleari può colpire le persone nel rifugio”.

Zelensky e il suo team, spiega Pravda Ukraina, utilizzano le stanze del palazzo presidenziale per riunioni, interviste, briefing e alcune riunioni. Ma i lavori principali si svolgono nei locali del bunker. A stretto contatto con il presidente lavorano il vice capo dell'ufficio presidenziale Kyrylo Tymoshenko e il ministro delle Infrastrutture Oleksandr Kubrakov, definiti scherzosamente “primi ministri ombra”.

Nei primi giorni di guerra Tymoshenko non era a Kiev, ma poi è tornato e ha guadagnato spazio accanto al presidente partecipando ai colloqui a Istanbul come parte della delegazione ucraina. Kubrakov è invece responsabile della logistica nella consegna degli aiuti e del ripristino delle infrastrutture strategiche.

I responsabili delle attività di politica estera sono il capo dell'ufficio del presidente, Andriy Yermak, che ha contatti con la Casa Bianca; il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che negozia con i governi; il vice capo dell'Ufficio di presidenza Andriy Sibiga, che prepara il quadro diplomatico per il presidente e per gli autori dei suoi discorsi prima dei colloqui importanti.

Ma a svolgere la maggior parte del lavoro diplomatico è lo stesso Zelensky, che tiene i contatti con i leader internazionali, incontra i partner a Kiev, comunica con i giornalisti e rilascia interviste, anche ai media russi.

Il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov, il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa Oleksiy Danilov, il comandante in capo delle forze armate Valery Zaluzhny e numerosi comandanti militari sono responsabili della sfera della difesa.

David Arakhamia, leader del partito del presidente Servitore del Popolo è uno dei principali negoziatori con la Russia. Il primo ministro Denis Shmygal è infine responsabile dell'economia insieme al ministro dell'Economia Yulia Svyridenko e al vice capo dell'ufficio del presidente Rostyslav Shurma, che si occupano di trovare modi e idee per finanziare la resistenza ucraina.

(Unioneonline/L) 

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