Addestrati (e pagati per uccidere). Oltre 400 miliziani del gruppo paramilitare Wagner si sono infiltrati in Ucraina con l’obiettivo di scovare e uccidere il presidente Volodymyr Zelensky e i suoi più stretti collaboratori, in modo da piazzare a Kiev un governo fedele al Cremlino.

Secondo il Times sono stati richiamati cinque settimane fa da una missione in Africa dietro promessa di una ricca ricompensa: un’operazione dunque preparata da tempo, quando Putin ammassava le truppe al confine ma negava di voler invadere l’Ucraina.

La notizia agli 007 di Kiev è arriva sabato, poco prima dell'annuncio di un coprifuoco totale: “Chi sarà trovato in strada sarà trattato da nemico”, faceva sapere il governo.

E ora il motivo appare più chiari: i miliziani si nascondono per le strade della capitale, mimetizzati alla ricerca del nemico numero uno di Putin. I famosi “sabotatori russi”, incubo più volte evocato dalle autorità ucraine.

Sicari esperti e difficilmente riconoscibili, i mercenari di Wagner da anni agiscono senza regole né riconoscimenti ufficiali nelle zone di conflitto di mezzo mondo: dalla Libia alla Siria all’Africa subsahariana, sono stati spesso utilizzati da Mosca per cambiare le sorti di conflitti strategici senza intervenire ufficialmente.

Oltre a loro sono arrivati in Ucraina anche gli spietati cacciatori di teste delle forze speciali cecene, sempre in missione speciale per scovare e uccidere Zelensky. La loro presenza è stata rivendicata dal braccio destro di Putin a Grozny (capitale della Cecenia), Ramzan Kadyrov.

E tra i nemici pronti ad attentare alla vita di Zelensky ci sono anche ucraini. Kiev ha denunciato infatti l’evasione dai domiciliari di Viktor Medvedchuk, oligarca ucraino di origini russe ritenuto tra i candidati alla guida di un governo leale a Mosca, se quello attuale venisse rovesciato. Il tycoon stava scontando una condanna per alto tradimento dopo essere stato giudicato colpevole di sostegno alle forze separatiste del Donbass. 

(Unioneonline/L)

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