L’esercito israeliano intensifica i bombardamenti a Gaza e allarga le proprie operazioni militari con truppe e tank mentre mai così tanti aerei sono decollati per i raid nell'enclave palestinese. Segnalati scontri a Bureji, nella parte centrale di Gaza, e in altre località.

«Le nostre forze di terra si trovano ancora sul terreno e portano avanti la guerra», ha detto il portavoce militare Daniel Hagari. «La notte scorsa sono entrate nel nord della Striscia e hanno esteso le attività di terra». Potrebbe trattarsi del preludio all’ormai imminente invasione della Striscia, anche se secondo un dirigente di Hamas, Izzat al-Reshek, «l'esitazione di Israele di fronte all'invasione di terra di Gaza dimostra uno stato di confusione e paura». «La resistenza è pronta allo scontro», ha aggiunto, denunciando che la privazione di acqua, combustibile e corrente elettrica imposta alla popolazione di Gaza da Israele «è un crimine di guerra».

Quella appena trascorsa è stata la «peggiore notte» dall'inizio della guerra per l'intensità dei bombardamenti, dicono ad Haaretz alcuni residenti della Striscia: sono stati incessanti gli attacchi delle forze armate israeliane nella parte orientale della città, dal campo profughi di Jabaliya a Bet Lahiya e Bet Hanun. Segnalati attacchi anche nella Striscia centrale e a Khan Yunis nel sud. Gli attacchi notturni hanno messo fuori uso le linee telefoniche e Internet. La Striscia di Gaza è totalmente isolata.

Nei raid con «aerei da caccia guidati da precise informazioni di intelligence» sarebbe stato ucciso «il capo della formazione aerea dell'organizzazione terroristica Hamas, Ezzam Abu Raffa», scrive su X l'Aeronautica Militare israeliana.  «Era responsabile della gestione degli apparati Uav, dei droni, del rilevamento aereo, dei parapendii e della difesa aerea dell'organizzazione Hamas. Nell'ambito del suo incarico, ha preso parte alla pianificazione e all'esecuzione del massacro omicida negli insediamenti intorno a Gaza il 7 ottobre».

L'esercito israeliano avrebbe ucciso anche il comandante delle Forze navali di Hamas della Brigata di Gaza city Ratib Abu Tzahiban. La Marina - ha aggiunto un portavoce militare - sta fornendo sostegno alle forze terrestri impegnate fino ad ora all'interno di Gaza.

Oggi c’è stato anche l’incontro tra Netanyahu e le famiglie degli ostaggi trattenuti a Gaza. Per il premier «quanto più sarà grande la pressione su Hamas maggiori saranno le possibilità di rilascio». I familiari, come raccontato da un portavoce, hanno chiarito la necessità di trovare un accordo che si basi sul “tutti in cambio di tutti”, ovvero tutti i detenuti palestinesi in cambio di tutti gli ostaggi. «Devono riportarli a casa – ha aggiunto l’uomo – con qualsiasi tipo di negoziato, non importa cosa gli danno in cambio. Netanyahu ci ha dato ascolto e ha detto che farà tutto il possibile per questo».

Preoccupazioni anche negli States dove i timori di un'escalation della guerra a Gaza agitano sempre di più l'amministrazione Biden. «Siamo molto preoccupati», ha ammesso il portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale John Kirby. E proprio per questo dietro le quinte la Casa Bianca sta esortando Israele a rivedere i piani per una completa invasione di terra a Gaza. Per il presidente americano sarebbe preferibile optare per un'operazione chirurgica con aerei e forze speciali per raid mirati contro target e infrastrutture di Hamas. L'invasione infatti potrebbe mettere a rischio le trattative per il rilascio delle vittime e una campagna di attacchi mirati – per gli Usa – ridurrebbe il numero delle vittime

(Unioneonline/D)

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