Un blitz in piena regola, con i militari del Reparto operativo speciale (Ros) dei Carabinieri che hanno circondato la palazzina di via Baylle a Cagliari, salendo rapidamente sino all'ultimo piano per effettuare una perquisizione ordinata dalla Direzione distrettuale antiterrorismo della Procura di Cagliari. Destinatario del provvedimento è uno studente giovanissimo, Francesco Palazzolo, di appena 20 anni, sospettato di essersi avvicinato ad ambienti dell'islamismo radicale molto vicini all'Isis.

L'INCHIESTA - Aperta lo scorso anno, l'inchiesta del sostituto procuratore Danilo Tronci ipotizza la partecipazione o l'avvicinamento ad «associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico». In particolare, i militari del Ros sarebbero intervenuti al termine di lunghi accertamenti compiuti sull'attività del giovane che - stando all'ipotesi investigativa - avrebbe frequentato siti vicini alla jihad utilizzando canali clandestini, non di facile accesso per gli utenti di Internet più curiosi. Si tratterebbe di portali poco conosciuti, ma già da tempo monitorati dall'antiterrorismo italiano. Francesco Palazzolo, inoltre, avrebbe scaricato alcuni video con esecuzioni eseguite dai terroristi dell'Isis.

LA PERQUISIZIONE - I carabinieri sono entrati in azione ieri mattina poco prima delle 7, quando in via Baylle avevano appena aperto alcuni negozi di bigiotteria orientale gestiti da pachistani. «Una pattuglia è rimasta giù in strada», racconta un testimone presente al blitz, «gli altri sono entrati dal portoncino e saliti nell'abitazione. Non sembrava nulla di preoccupante, anche se in tanti si sono fermati a curiosare». Nominato l'avvocato d'ufficio, i militari hanno cercato documenti che potessero essere ritenuti utili all'inchiesta. Non è ancora chiaro se abbiano trovato qualcosa: sembra però che abbiano preso del materiale informatico che verrà analizzato nelle prossime ore.

LE INDISCREZIONI - Secondo le poche e scarne indiscrezioni trapelate, la perquisizione sarebbe l'ultimo atto - quello conoscibile perché notificato all'indagato - di un'inchiesta che andrebbe avanti già da parecchio tempo. Non è ancora chiaro se le attenzioni della DDaT (Direzione distrettuale antiterrorismo) siano state rivolte esclusivamente al ventenne, oppure se il giovane sia finito in un'indagine più grande e ramificata. È certo, però, che gli investigatori dell'antiterrorismo stessero monitorando i siti dai quali vengono scaricati i video con le cruente esecuzioni dell'Isis, ma non è chiaro se il ventenne ci navigasse per curiosità oppure perché si stesse radicalizzando. Bocche cucite sia in Procura che tra i militari del Ros, specializzati proprio in indagini sull'eversione interna e sul terrorismo internazionale. Solo nelle prossime ore sarà possibile capire se l'inchiesta che ha coinvolto Francesco Palazzolo sarà destinata a ulteriori sviluppi o verrà archiviata.

LA DDAT - Attiva nella Procura di Cagliari già da qualche anno, la DDaT ha già messo a segno in questi anni numerose operazioni in Sardegna contro il terrorismo jiadista o alcuni suoi presunti fiancheggiatori. Nell'aprile del 2015, sempre il sostituto procuratore Danilo Tronci, ha concluso l'inchiesta che ha portato all'arresto di 18 pachistani, sospettati di aver creato a Olbia una cellula di Al Qaeda. Il processo è ancora in corso: gli imputati sono sospettati, tra l'altro, di aver organizzato la strage del 2009 nel mercato di Peshawar in Pakistan.

IL MANUALE - Non solo, sempre dall'analisi del web da parte degli investigatori dell'antiterrorismo della Procura di Cagliari (questa volta la Digos della Questura del capoluogo) è finito nei guai Andrea Campione, il pesarese convertito all'Islam che avrebbe spedito via internet un manuale per la costruzione di una bomba simile a quella usata negli attacchi alla maratona di Boston. Di recente - su richiesta del pm Tronci - il giudice ha condannato il pesarese a 2 anni e mezzo di carcere.

Francesco Pinna

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