Tredicenne sparito nel fiume: «Lo gettò l’amico, per un debito di 50 euro»
È successo ad aprile, ora la svolta: 15enne ai domiciliari. Il corpo mai trovato, il padre: «Per noi doppio dolore, riprendete le ricerche»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Abdou Ngom è sparito nel tratto del fiume Tanaro che attraversa la provincia di Cuneo in un giorno di aprile, a soli 13 anni. E da allora non è mai più stato ritrovato. Ora, a distanza di quasi quattro mesi, dalle indagini salta fuori che molto probabilmente non è stato un incidente: non era caduto in acqua da solo ma a spingerlo fu uno dei tre amichetti con i quali il ragazzino era andato al fiume, nonostante lui urlasse di non saper nuotare. Forse per un debito di 50 euro.
La procura dei minori di Torino ha dunque aperto un fascicolo, indagato un quindicenne di origine magrebina per omicidio volontario con dolo eventuale: il ragazzino si trova agli arresti domiciliari in una comunità.
L'episodio era accaduto a Verduno (Cuneo) lo scorso 22 aprile, dove in quattro, tutti residenti a Bra (Cuneo) e figli di migranti, erano andati tra le colline e i vigneti di Langa, dove il Tanaro, sesto fiume per lunghezza d'Italia e secondo del Piemonte, scorre poco prima di arrivare ad Alba e di dirigersi verso la confluenza col Po, in provincia di Alessandria.
È un tratto fluviale noto soprattutto per la "Spiaggia dei cristalli" di gesso, molto frequentata nella bella stagione. La giornata era soleggiata, ma il fiume ingrossato e torbido per il maltempo dei giorni precedenti. Pochi giorni prima in mezzo Piemonte c'erano state inondazioni e frane. I vigili del fuoco si erano messi subito al lavoro con soccorritori fluviali e due elicotteri dei reparti volo della Lombardia e del Piemonte. Giorni e giorni senza una traccia e dopo una settimana le ricerche erano state sospese.
La Procura intanto aveva disposto il sequestro dei telefonini dei tre minori che erano col disperso e le indagini erano state affidate ai carabinieri di Bra. I tre ragazzi dopo che l'amico era scomparso si erano sentiti per confrontarsi sul comportamento da tenere nel caso in cui i militari li avessero convocati. Nell'incidente probatorio di fronte agli inquirenti, in cui sono stati sentiti separatamente, adesso però è emerso che il quindicenne vantava un credito di 50 euro nei confronti dell'amico e per questo era stato inizialmente accusato di violenza privata. Gli altri due poi hanno aggiunto: «Abdou diceva che non sapeva nuotare, eppure l'altro lo ha preso e lo ha buttato in acqua». Il quindicenne, assistito dagli avvocati Giuseppe Vitello e Piermario Morra, nega questa ricostruzione.
E il padre della vittima, Khadim Ngom, chiede di riprendere le ricerche: «Viviamo un doppio dolore: mio figlio è morto e non abbiamo il suo corpo. Voglio riportarlo in Senegal, dai suoi nonni, e dargli una sepoltura. Solo così potremo trovare un po’ di pace».