"Sui vaccini solidarietà e non obbligo": la bioetica frena
Per il presidente del Comitato nazionale di bioetica "obbligare a un trattamento sanitario deve rappresentare un'eccezione"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Obbligo del vaccino? Solo "ultima, extrema ratio".
A due giorni dalla partenza in piena regola della campagna vaccinale in Europa, a frenare sull'ipotesi di rendere l'immunizzazione al Covid obbligatoria è il presidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) Lorenzo D'Avack. La prospettiva della coercizione "riporta al clima del regime cinese", ma sono anche altre le ragioni per le quali D'Avack invita alla "cautela".
Eticamente, spiega, "ritengo che obbligare ad un trattamento sanitario debba rappresentare assolutamente un'eccezione, mentre in questa prima fase è fondamentale incentivare la propaganda a favore delle vaccinazione. L'obbligo dovrebbe essere considerato come una extrema ratio".
E se è vero che stiamo vivendo a causa della pandemia "un momento particolare e di eccezionalità, è anche vero - argomenta - che la prima misura dovrebbe essere quella di premere per un'adesione volontaria alla vaccinazione, a partire dai medici". Dunque, afferma, "in questa fase iniziale è auspicabile che venga messa in atto una grande campagna informativa".
E' tuttavia evidente, secondo D'Avack, "che sarebbe utopistico pensare di raggiungere un'adesione tra gli operatori sanitari pari al 100%. Se questo è l'obiettivo allora rimane solo l'obbligo, ma ora sarebbe bene puntare comunque sulla spontanea adesione". Obbligo quindi solo in casi estremi e coinvolgendo "prioritariamente solo alcune categorie, come medici e insegnanti, che rappresentano un potenziale veicolo di trasmissione del virus per un'ampia platea di popolazione".
In questo momento, avverte, "è fondamentale partire da un principio di solidarietà evidenziando, nel caso degli operatori sanitari, la forte responsabilità che questa categoria si assume nei confronti dei pazienti se rifiutasse l'immunizzazione".
La campagna non deve partire subito con l'obbligo vaccinale neanche per Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico: "Ma se a lungo termine la volontarietà diventerà un problema, a quel punto il Parlamento dovrà riflettere", avverte.
Più drastica la posizione del direttore scientifico dell'Istituto per le malattie infettive Spallanzani Giuseppe Ippolito: "Tutti gli operatori sanitari, a partire dai medici, devono vaccinarsi contro il Covid e se non vogliono devono essere sospesi dal servizio perché non possono essere idonei al servizio che svolgono". Ci sono cioè, sottolinea, "categorie che devono essere vaccinate assolutamente; questo per proteggere se stessi ma anche gli altri, per i contatti estesi che tali categorie devono avere con la popolazione. Chi non lo accetta non può esercitare quelle determinate professioni".
(Unioneonline/D)