"Con questa firma l'Italia è in prima fila nella grande sfida mondiale per la ricerca del vaccino, esce a testa alta dalla drammatica esperienza di questi mesi e pianifica il proprio futuro. Von der Leyen, Michel, Sassoli e Gentiloni ci hanno riconosciuto di aver indicato la strada. È il riscatto di un Paese che è stato colpito duramente per primo e che adesso si vuole rialzare. Un pezzo significativo del processo produttivo si realizzerà da noi, grazie a due importanti realtà di Pomezia e Anagni".

Lo ha detto, in una intervista al "Corriere della Sera" il ministro della Salute, Roberto Speranza. "Abbiamo fatto un accordo per 400 milioni di dosi - spiega Speranza -, di cui i primi 60 milioni saranno disponibili a partire dall'autunno. L'Italia è nel gruppo di testa, fra i Paesi che devono gestire il vaccino".

"Il vaccino - afferma il ministro - lo paga lo Stato, verrà distribuito gratis a cominciare dalle classi più a rischio. Stiamo parlando del vaccino più avanti di tutti, la cui sperimentazione sull'uomo è partita ad aprile. Ma il mio atteggiamento resta quello della prudenza. La svolta vera ci sarà quando l'Agenzia europea per i medicinali darà il via libera".

Alla domanda se gli Stati generali sono una passerella per Conte, risponde: "No, nella maniera più assoluta. Penso siano una occasione straordinaria di confronto, che ci darà una spinta vera per la ripartenza".

"Questo governo - assicura - ha tutte le energie e le forze per poter interpretare la fase di ricostruzione". "Penso sia giusto che ognuno di noi alzi sempre l'asticella per fare di più e meglio - aggiunge sull'ipotesi rimpasto -, ma questa è la squadra. Nessun rimpasto, è il momento delle grandi idee e non di discutere di caselle. La stagione del rigore e dei tagli alla spesa pubblica si va archiviando". "Penso - osserva - che serva un maggiore afflato politico. Credo che l'alternativa alla destra si costruisca attorno all'asse tra centrosinistra e M5S". Un'alleanza strutturale, già dalle Regionali? "Dobbiamo provarci in tutte le occasioni possibili", risponde. Se la seconda ondata di coronavirus dovesse arrivare, l'Italia è pronta? "Stiamo già lavorando per essere pronti - assicura -, non dobbiamo mai pensare che il nemico sia vinto".

Alla domanda se non tema di finire indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla mancata chiusura di Nembro e Alzano, nella Bergamasca, risponde: "No. E comunque chiunque abbia avuto responsabilità a tutti i livelli deve essere pronto a rendere conto senza paura, con massima serenità e trasparenza". Tuttavia, alla domanda se rifarebbe tutto, come invece affermato dal premier Conte, afferma: "Non lo so, sinceramente. Ci sarà modo di ragionare su tutto e lo farò con la massima serietà. Quel che è certo è che ho sempre agito avendo a cuore la salute e la vita delle persone".

(Unioneonline/F)
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