Nuovo boom dei contagi da coronavirus, terapie intensive e reparti ordinari sempre più pieni: l'Italia tra zone rosse e arancioni rafforzate si scopre ogni giorno più assediata dall'epidemia, mentre i morti viaggiano verso i 100mila e i casi totali sono quasi 3 milioni.

Il ministero della Salute, dopo il monitoraggio settimanale, stringerà nelle prossime ore le misure su diverse regioni, tra cui la Lombardia, che ha proclamato l'arancione scuro e ha registrato oltre 5mila tamponi positivi in 24 ore. In bilico anche Campania, Emilia Romagna e Abruzzo, che potrebbero aggiungersi in rosso a Molise e Basilicata. Calabria - che chiuderà tutte le scuole -, Friuli Venezia Giulia e Veneto vanno verso l'arancione, mentre il Lazio resta fino all'ultimo tra giallo e arancione. Nelle Marche, dove già Ancona è zona rossa, da sabato stretta a Macerata.

Domani entrerà in vigore il primo Dpcm di Mario Draghi, che dà agli amministratori gli strumenti per intervenire in maniera mirata e rapida laddove necessario, con la chiusura delle scuole e con altre zone "scure" locali. Se la crescita della curva non si arrestasse, ipotizza già qualcuno tra i ministri, potrebbero rendersi necessarie nuove misure come un anticipo del coprifuoco rispetto alle 22 o di una stretta ulteriore su weekend e spostamenti.

Si attendono le mosse dei nuovi vertici della struttura emergenziale, il commissario Francesco Figliuolo e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, che incontreranno le Regioni assieme ai ministri Roberto Speranza (Salute) e Mariastella Gelmini (Autonomie). La gestione della pandemia d'ora in poi sarà sul modello della Protezione civile, territoriale e tempestiva, secondo quanto emerso dal vertice con le autorità sanitarie.

Dal territorio le notizie e i dati sembrano indicare che si sta inseguendo il virus, trainato dalle varianti, in primis quella inglese, invece di anticiparlo, e che la terza ondata è in pieno corso. Ieri il bollettino quotidiano del ministero della Salute diceva che in 24 ore i test positivi sono stati quasi 23mila, un livello mai toccato da gennaio, duemila più del giorno prima, nonostante meno tamponi. Le vittime sono ancora 339, ma a preoccupare sono i 232 ingressi in terapia intensiva - il secondo dato più alto da quando si calcolano, a inizio dicembre - e i 394 ricoveri in più nei reparti ordinari.

(Unioneonline/D)
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