Il governo annuncia il green pass obbligatorio per accedere a locali al chiuso, piscine, palestre, eventi e manifestazioni sportivi e in molte città d’Italia si registrano proteste. 

E’ il caso di Torino, dove circa duemila contestatori sono scesi in piazza gridando il proprio malcontento per la decisione, assieme a slogan contro i vaccini anti-Covid e contro il generale Figliuolo, commissario del governo all’emergenza. 

Altre manifestazioni anti-green pass sono state convocate – via Facebook e via Telegram – in altre città italiane, su iniziativa di gruppi che si dichiarano contro "il passaporto schiavitù e l'obbligo vaccinale". Gli organizzatori della protesta, ribattezzata "World Wide Demonstration", annunciano contestazioni in una cinquantina di città, da Roma ad Aosta, da Ragusa a Trieste.

Intanto, diventano un caso le parole – riferite da Il Messaggero – di Marco Milani, segretario romano del sindacato di polizia locale Sulpl, che ha paragonato l’obbligo di green pass alle leggi repressive dei nazisti e paventato, da parte degli agenti della polizia locale, una sorta di boicottaggio dei controlli: “Stiamo parlando di dpcm, sono solo atti amministrativi, che hanno la stessa valenza della doppia fila: puoi fischiare e dire guarda, spostati oppure faccio la multa. Ma non c’è obbligo di contravvenzione”.

Per questo, “vedrete – ha spiegato Milani - il tasso di applicazione delle contravvenzioni per il Green pass, sarà nullo”.

(Unioneonline/l.f.)

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