Farmacista smette di fare tamponi ai no-vax: “Mio padre è morto di Covid, stanca di subire odio e rabbia”
Il racconto di Cristina Longhini: “Sono aggressivi e arrabbiati. A me, familiare di una vittima, fa molto male”
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Il 19 marzo del 2020, giorno della festa del papà, ha perso suo padre per colpa del Covid-19.
E ora che contro la pandemia c’è l'arma del vaccino, ha deciso che lei, farmacista, farà solo quelli. Non farà più tamponi a chi può vaccinarsi e non lo fa.
Cristina Longhini, originaria di Bergamo, lavora nella zona di Niguarda a Milano e fa parte del comitato “Noi denunceremo” oltre ad essere rappresentante del Movimento italiano farmacisti collaboratori.
"Come farmacisti senza indennità di rischio - ha spiegato alla trasmissione Diritto e Rovescio su Rete 4 - avremmo preferito non essere sottoposti a una carovana di persone potenzialmente positive", una situazione peggiorata negli ultimi tempi.
"La cosa brutta che ci è successa è che tutti quelli che volevano, venivano e chiedevano un tampone e avevano aggressività e rabbia verso di noi: 'Tu devi farci il tampone e lo devi fare adesso perché io il mio lavoro non lo voglio perdere' oppure 'tu cosa pensi, che io mi vaccini come te? Lo sai che il vaccino fa male? Lo sai che morirete tutti?'".
"Il fatto di vivere questo - ha aggiunto - di essere io stessa familiare di una persona morta, mi ha portato a dire che farò i vaccini, ma non i tamponi perché l'odio e la rabbia che c'è in questo periodo fa molto male".
(Unioneonline/D)