Famiglia nel bosco: «Non abbiamo rifiutato gli aiuti, ma preserviamo la nostra filosofia di vita»
Lettera di Nathan e Catherine Trevallion: «Non siamo sordi alle sollecitazioni che vengono dall’esterno come è stato detto»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Continuiamo a leggere su alcune testate giornalistiche che saremmo testardamente arroccati su posizioni intransigenti e rigide e che staremmo rifiutando il supporto di istituzioni e privati che mettono a nostra disposizione abitazione alternative. Non è assolutamente vero. Abbiamo la gioia di preservare il nostro spirito e la nostra filosofia di vita, ma non per questo vogliamo essere sordi alle sollecitazioni che vengono dall'esterno. È falso quanto si dice in ordine ad un nostro rifiuto sull'aiuto offerto dal sindaco e da privati».
Lo affermano Nathan Trevallion e della moglie Catherine Birmingham, i genitori della "famiglia nel bosco”, in una lettera alla stampa.
«Ci dispiace profondamente che non si sia avuto modo di dimostrare, anche in ragione della tardività della produzione di alcuni documenti che avevamo consegnato - proseguono nella lettera Nathan e Catherine, genitori dei tre bimbi allontanati dal Tribunale per i Minorenni dell'Aquila dalla casa nel bosco in una struttura protetta – come l'educazione parentale sia da noi strettamente osservata, curata e gestita nel pieno convincimento della importanza dell'istruzione e della apertura mentale che deve essere data ai nostri figli».
«Ribadiamo con assoluta fermezza che è falso quanto si dice in ordine ad un nostro rifiuto sull'aiuto offerto dal sindaco e da privati per una abitazione alternativa in attesa della ristrutturazione della nostra casa. Quindi - aggiungono i due genitori - vogliamo concludere ringraziando tutte le persone e tutti i soggetti istituzionali che ci sono stati vicini e che ci auguriamo resteranno vicino a noi con la lealtà e la serenità che sono imprescindibili laddove sono posti in gioco valori primari della vita delle persone».
(Unioneonline)
