Desirée: in dieci l'hanno vista morire, nessuno ha chiamato i soccorsi
Diverse persone sono passate per quello stabile mentre Desirée era in agonia. "Le ho toccato il polso, ma era troppo tardi", ha detto una ragazza italianaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nuovi inquietanti particolari emergono dall'inchiesta sullo stupro e la morte, causata da un mix di metadone e psicofarmaci, di Desirée Mariottini.
Sono almeno dieci le persone che hanno visto la 16enne all'interno dello stabile abbandonato a San Lorenzo e non hanno fatto nulla. Tra di loro anche quattro donne, due delle quali italiane.
È quanto riporta il Corriere, citando un estratto del verbale depositato in Questura.
Tra chi l'ha vista esanime su un materasso, chi quando era già morto, sono molte le persone passate in quelle ore dallo stabile, e ora rischiano di essere accusate di omissione di soccorso e concorso in omicidio.
Tra le varie testimonianze c'è quella di Muriel, 34enne donna congolese: "Si presentò come Desy, era alla ricerca di qualsiasi sostanza che potesse attenuare la sua astinenza". Pare che Desirée andasse spesso in quell'edificio: "La prima volta che venne mi chiese di iniettarle eroina, io le risposi di no. Era senza soldi e si approcciava in maniera molto confidenziale con chiunque le avrebbe potuto offrire droga. L'ho rivista una seconda volta con una ragazza di colore che si fa chiamare Antonella: assumevano crack con una pipa artigianale".
Il giorno della tragedia invece Muriel è entrata nello stabile per comprare cocaina, e lì ha visto la ragazzina: "Erano le 19.50, lei era nuda su un materasso. L'ho rivestita, ma non ho trovato le scarpe. Respirava ancora, seppur con affanno, non mi sono resa conto che era in pericolo di vita. Alle 3 di notte Youssef (il gambiano fermato a Foggia, ndr) mi disse che era morta". E Muriel ha chiamato i soccorsi da una cabina telefonica.
Tra le testimonianze c'è anche quella di Giovanna, 32enne italiana: "Mi sembrava una presenza inopportuna, oltre a essere fuori contesto perché era minorenne, era sempre depressa e alla continua ricerca di una dose. Le ho detto più volte di andar via da quello stabile di tossici e spacciatori pericolosi".
Giovanna tra le altre cose smentisce Muriel. Racconta di aver visto la congolese nello stabile all'1.30 di notte: "Inveiva contro Desirée, poi mi ha salutata come se nulla fosse. Io ho verficato il battito della ragazza, prima sul petto, poi sul collo e il polso. Mi sembrò subito evidente che era troppo tardi".
(Unioneonline/L)