Cts, Ippolito: "Attenzione alle feste, o marzo 2021 sarà come l'anno scorso"
Il direttore scientifico dello Spallanzani mette in guardia: "Il virus è ancora lì e si diffonde sempre allo stesso modo"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non è escluso che il prossimo marzo 2021 sarà come quello del 2020. Dipende solo dai comportamenti di ognuno.
E' il monito lanciato da Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts): "Il virus è ancora lì e si diffonde sempre allo stesso modo - osserva sulle pagine del Corriere della sera - è pericoloso oggi come lo era a marzo scorso e come lo sarà a marzo del 2021 se non saremo stati intelligenti durante le festività di fine anno".
"In Italia - ha aggiunto con una stoccata al primario del San Raffaele Alberto Zangrillo - ci sono stati 30mila decessi per il coronavirus da quando, a fine maggio, qualcuno disse che il virus clinicamente non esisteva più".
"Merkel è andata in tv a scongiurare i suoi concittadini di limitare i contatti e rimanere a casa il giorno in cui è stato raggiunto il record di 590 decessi - rileva - in Italia muoiono in media 600 persone al giorno dall'inizio di novembre, ma sembra che la cosa non interessi a nessuno".
"Dobbiamo tornare a investire concretamente nella sanità - fa presente - e chiederci seriamente se il nostro sistema sanitario sia adeguatamente attrezzato per rispondere alle necessità di una popolazione dall'età media sempre più elevata".
Sull'ipotesi che la pandemia resti un problema per tutto il 2021, Ippolito sottolinea: "Assolutamente sì, e dico questo con ottimismo grazie alla disponibilità dei vaccini che ci potranno permettere un progressivo allentamento di alcune restrizioni. La campagna di vaccinazione della popolazione dovrebbe concludersi, imprevisti permettendo, alla fine dell'estate, quindi non prima del prossimo novembre potremo avere una consistente percentuale della popolazione - almeno il 75% - coperta da immunità vaccinale. Sino ad allora non dovremo dimenticarci che le armi di difesa, e le conosciamo bene da quasi un anno, rimangano parte della nostra vita quotidiana".
Sui vaccini "occorre convinzione e non costrizione, non sono convinto delle misure obbligatorie. Ma questo non esclude che ci possano essere attività, professionali e non, per svolgere le quali sia richiesto il vaccino a tutela degli altri".
(Unioneonline/D)