"All'inizio aveva buoni voti, poi è cominciata la didattica a distanza e lì è cambiato. E da quando la squadra di calcio in cui gioca ha sospeso gli allenamenti, la situazione è peggiorata. È come se, in mezzo a tutte queste restrizioni, non riuscisse a trovare un equilibrio".

La madre del 15enne aggressore di Marta Novello, la 26enne di Mogliano (Treviso) gravemente ferita a coltellate due giorni fa mentre faceva jogging, non riesce ancora a spiegarsi cosa sia scattato nella mente del figlio.

Quel giorno lui era in bicicletta, la vittima correva a bordo strada, quando l'ha raggiunta e colpita con venti coltellate. Con una foga che ha fatto cadere entrambi in un fossato lì vicino, finché alcuni operai - vedendo la bici a terra e intervenendo per rimuoverla - li hanno visti e chiamato un'ambulanza.

Il movente potrebbe essere la rapina ma qualcosa non torna e gli inquirenti stanno scavando a fondo. Non è chiaro neanche se i due si conoscessero, forse avevano avuto dei contatti nell'ambito dell'attività di lei di mediatrice culturale.

In un'intervista al Corriere del Veneto la madre del 15enne ipotizza "che lunedì il suo cervello abbia avuto una sorta di blackout. Non è una giustificazione, lo so".

Il ragazzo frequenta un istituto alberghiero, lei è sola e lavora come cuoca. Nella ricostruzione della donna, lunedì scorso, dopo essere tornata a casa nel pomeriggio, si è accorta che il figlio si era allontanato lasciando il telefonino a casa. "Ho chiamato gli amici - racconta - e anche loro non l'avevano visto. È lì che ho cominciato a preoccuparmi e ho deciso di uscire a cercarlo: appena aperta la porta, mi sono ritrovata i carabinieri davanti".

Si dice sollevata alla notizia che la vittima si è risvegliata, ieri pomeriggio: "Sapere che se la caverà mi rende davvero tanto felice. In queste ore ho pensato continuamente a Marta e al dolore dei suoi genitori. Mi dispiace: quello che ha fatto mio figlio è grave", conclude.

(Unioneonline/D)
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