Il Parlamento Europeo interviene ancora una volta sul sanguinoso conflitto in atto in Yemen con una risoluzione del 4 ottobre con la quale intima l'immediato cessate il fuoco a tutte le parti in conflitto.

Nel documento, al punto 20, si chiede anche "che tutti gli Stati membri si astengano dal vendere armi non solo all'Arabia Saudita, agli Emirati Arabi e ai soggetti a questi contrapposti ma anche a qualsiasi membro della stessa coalizione internazionale".

Una richiesta che riguarda ovviamente anche le produzioni belliche della Rwm (e le ingenti commesse in atto tra i sauditi e lo stabilimento bellico domusnovese) e si configura come l'ennesima presa di posizione del massimo organo europeo dopo le varie analisi effettuate sullo stato di crisi umanitaria in atto nel Paese arabo e le diverse risoluzioni con cui veniva chiesto agli Stati membri l'embargo bellico nei confronti dell'Arabia Saudita (solo 4 Stati tra cui la Germania hanno aderito finora). La risoluzione del 4 ottobre chiede anche l'intervento della Corte Penale Internazionale per i Crimini di Guerra. Organismo che il movimento antimilitarista aveva già sollecitato tramite l'esposto che chiedeva l'incriminazione dell'Arabia Saudita e la condanna del traffico di armi tra l'Italia e lo stesso Paese arabo.

Angelo Cremone, portavoce di Sardegna Pulita (foto Simone Farris)

"Eppure - analizza Angelo Cremone, Sardegna Pulita - in Italia non siamo andati oltre qualche slogan del ministro della Difesa a cui ha fatto seguito il nulla".

Un allarme, quello lanciato dal ministro Trenta a metà settembre, che doveva preludere ad un'azione di controllo sulla legittimità dei traffici bellici italiani ma che non ha avuto seguito. "D'ora in poi - prodegue Cremone - il nostro unico interlocutore sarà il Presidente della Repubblica: organizzeremo un presidio fisso al Quirinale finché il Presidente non prenderà posizione chiara sulla situazione in atto".

Simone Farris
© Riproduzione riservata