«I sogni a volte si avverano, io oggi ne ho realizzato uno bellissimo». Ha cercato di nascondere l'emozione, ma i suoi occhi hanno brillato esattamente come nelle foto da bambino che ha conservato per quasi sessant'anni. Ieri Francesco De Luca , classe 1947, è riuscito a riunire, con la complicità de L'Unione Sarda, una parte dei tanti (ex) bambini di cui, fino a qualche giorno fa, ha scrutato i volti e i sorrisi nelle vecchie foto in bianco e nero della Carbonia di una volta.

LE FOTO - Una settimana fa si era presentato nella redazione del Sulcis con le sue foto che gli hanno fatto compagnia da quando, nel 1963, la sua famiglia ha fatto rientro a Belluno. «Non ho mai dimenticato i miei compagni di scuola - aveva raccontato - aiutatemi a ritrovarli». L'appello ha funzionato e ieri al Bar Pero di Peppuccio Fois sono arrivati ad abbracciarlo Marco Baldino (classe 1948), Gianni Corda (1945), Nino Marreddu (1947), Mario Tronci (1947), Pietro Ledda (1947), Carlo Biselli (1947), Francolino Piano (1947), Tore Garau (1949), Enzo Pisanu (1946), Orlando Garau (1948) e Paolo Biggio (1948). Altri coetanei di "altre classi" di allora, avendo letto l'appello sul giornale hanno preso parte all'aperitivo all'insegna dell'amarcord. Così c'erano anche Sandro Masciarelli, Gianni Coni, Miro Caria (accompagnato dal nipotino Giuseppe ) e Renato Sili. "Siamo nati in una buona annata - ha detto Pietro Ledda - finita la scuola ognuno di noi sapeva che qualsiasi scelta avesse fatto, dalle medie, al diploma o all'Università, avrebbe trovato un lavoro e infatti tutti siamo arrivati alla pensione. Una fortuna che i giovani di oggi non conoscono: per troppi di loro la fine della scuola diventa l'inizio di un lungo precariato".

I RICORDI - Riflessioni sui problemi del mondo di oggi, ma anche tanti ricordi. Come quello di Enzo Pisanu che ha ricordato di aver frequentato per tre anni anche a Fluminimaggiore: "Un anno la classe era composta da 57 bambini - ha ricordato - la maestra fece portare a tutti una bacchetta e quando doveva sgridarci, per non perdere tempo a farci arrivare alla lavagna, ce le lanciava". Impossibile farsi dire chi fosse il più discolo, mentre tanti hanno alzato la mano alla domanda: "Chi era il primo della classe?".

Tanta l'emozione quando si è deciso di fare una foto ricordo, con la Torre Civica alle spalle, schierati esattamente come quando la maestra li mise in posa per la foto (che li ha fatti ritrovare) con il grembiule nero e il fiocco ben stirato: «Ci siamo fatti un regalo bellissimo - ha detto Francesco - rimarremo in contatto: la nostra amicizia durerà per sempre».

Stefania Piredda
© Riproduzione riservata