Mentre in questi giorni si susseguono le serrate dell'acqua (in notturna) al fine di eseguire gli ultimi interventi al potabilizzatore comunale i problemi idrici che hanno "festeggiato", giusto ieri, i 10 mesi di continuità (l'ordinanza di non potabilità è in vigore dal 21 marzo scorso), continuano a tenere banco nel dibattito politico.

Dopo le polemiche sull'organico a dispozione della controllata comunale di gestione del sistema idrico innescate dal consigliere di minoranza Fabrizio Saba, è Salvatore Raspitzu, presidente della DomusAcqua, a intervenire.

In risposta alle parole del sindaco Massimiliano Ventura, che aveva giustificato alcuni recenti disagi patiti dalla cittadinanza (mancate comunicazioni su un imprevisto calo di pressione idrica e sull'autobotte ko) con "l'esiguità degli operai a disposizione della controllata", Saba aveva reagito segnalando l'ultimo atto di revisione delle partecipate che riportava 18 dipendenti in servizio alla Domusacqua.

"Non mi sembrano pochi per avvisare dei disservizi che si stavano patendo e rispetto ai quali nessuno faceva sapere nulla", aveva attaccato Saba.

"In realtà, me compreso, siamo solo in tre, - dice Raspitzu - e avremo bisogno di una grossa mano dato che da tre anni facciamo i salti mortali. Quelli che fugurano agli atti sono ex dipendenti dell'Ati Ifras, concessi e pagati dalla Regione, che si occupano solo di mansioni generiche come pulizia e sistemazioni dei canali e pochi altri compiti. Quando sono subentrato - continua il presidente della DomusAcqua - la situazione debitoria era tale che si pensava di portare subito gli atti il tribunale per il fallimento. Invece siamo riusciti in tre anni portare il debito dagli oltre 600mila euro a meno di 100mila ma dovendo, purtroppo e per forza, trascurare tanti altri aspetti come gli aggiornamenti telematici sulle analisi idriche che periodicamente svolgiamo".

Dati che, non a caso, sono fermi all'ultimo aggiornamento del 18 novembre.

Raspitzu svela anche che i debiti restanti "sono crediti ancora vantati dal socio privato Dario Locci e impediscono la fusione tra le due società comunali Domuservizi e Domusacqua" prevista dalla legge Madia sulle società comunali e rispondente ad esigenze di risparmio del Comune.

"Finchè non si estingue quel debito nessuna fusione potrà essere compiuta" chiude Raspitzu. Sulla questione torna anche il sindaco Ventura: "Come spesso gli capita il consigliere Saba fa confusione: la Domuscqua ha fatto e sta facendo un enorme lavoro. Avrebbe sicuramente bisogno di una mano ma per dargliela occorrerebbe un aumento di capitale sociale che ora è impossibile sia per le scarse risorse dell'ente sia per la presenza del socio privato che, essendo pronto ad uscire dal cda, non sarebbe affatto d'accordo ad approvare un aumento di capitale. In questo momento - afferma il sindaco - serve che la Domuscqaua tenga duro: aumentarne l'organico è una delle priorità dell'immediato futuro".
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