Cuori uniti, fianco a fianco, un’onda carica di emozioni per sostenere chi paga con la vita la violazione dei diritti internazionali umanitari, un fiume umano contro l’indifferenza e per condannare la ferocia del genocidio che si sta compiendo nella Striscia di Gaza. La marcia umanitaria, questa mattina, ha attraversato la città di Porto Torres, dalla basilica di San Gavino ha raggiunto la Torre Aragonese, composta e ordinata, passi uniti al grido di «Palestina libera» e «Fermiamo il massacro dei palestinesi».

Nella folla di partecipanti, c'erano cittadini, studenti, insegnanti insieme ad associazioni di volontariato, il gruppo di Emergency, il movimento dei Focolari, Medici senza frontiere, gruppi spontanei che hanno tinto di bandiere palestinesi la manifestazione per la pace. Un corteo imponente che ha visto sfilare anche il sindaco Massimo Mulas, alcuni esponenti dell’amministrazione comunale e del mondo del lavoro. «Gli uomini e le donne della Flotilla in navigazione per Gaza, stanno rischiando la loro vita, meritano la nostra vicinanza, perché dimostrano un grande civiltà e umanità», sono le parole di monsignor Salvatore Masia, parroco della basilica di San Gavino. Una testimonianza di attenzione è giunta anche dagli studenti della scuola De Amicis che al passaggio del corteo hanno mostrato striscioni di pace e parole vicine al popolo di Gaza.

Striscioni colorati con su scritto “Siamo al mondo per lasciare impronte non cicatrici” hanno dato voce al desiderio di solidarietà, una mobilitazione che ha voluto denunciare il dramma umanitario ancora in corso a Gaza, con forza per chiedere un immediato cessate il fuoco. Un minuto di silenzio ai piedi della torre Aragonese, dove sono state simulate le sirene di guerra che invitano la popolazione a rifugiarsi quando gli attacchi del nemico sono imminenti. Poi l’apertura a riflessioni, pensieri, discorsi sulla pace e sulla speranza. «Nessun colore politico, nessuna preferenza da parte della comunità ecclesiale», sono le parole di don Michele Murgia, parroco della chiesa di Cristo Risorto.

«Non lasciatevi tentare da questa corruzione, mantenete il cuore libero, la testa lucida e le mani attive per dire che nessuna provocazione che voglia silenziare o trascinare verso le polemiche, non ha diritto di esprimersi. Chiunque abbia da dire no a qualcosa di grave, soprattutto a quella che i media ci mostrano, avrà sempre il nostro appoggio». Per il sindaco Mulas: «Nel momento in cui la politica non è capace di far tacere le armi e la violenza, dovrebbe avere la decenza di stare zitta. Si sta sviluppando un meccanismo dove la politica tende a valorizzare la nostre differenze, a schierarci, ma non fate questo quando qualcuno mette in pratica contro altri un’azione di disumanità e violenza». Al microfono una delle promotrici della manifestazione, Celestina Masia, l’insegnante di musica Chiara Mannu, la docente del Liceo Sportivo, Zaira Zingone e Giovanni Salis, noto per il suo impegno civile. «Ci sono aziende commerciali complici della politica del genocidio e della guerra che hanno perso ogni umanità e senso civico, e se volete esercitare il vostro prezioso potere non comprate certi prodotti», è l’invito, uno strumento per difendere i diritti umani e indebolire la violenza, estirpare il potere disumano esercitato su un popolo devastato, che ha visto negli occhi di tanti bambini, uccisi a migliaia, l’orrore e la disperazione. 

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