Si è aperto, questa mattina, presso la Corte d’assise d’appello di Sassari, il processo  contro Fulvio Baule, il muratore 43enne di Ploaghe che il 22 febbraio del 2022, a Porto Torres, uccise con l’ascia i suoceri, Basilio Saladdino e Liliana Mancusa, riducendo in fin di vita la ex moglie, Ilaria Saladdino, sopravvissuta dopo un lungo periodo di cure per la riabilitazione.

Nell’udienza che si  è svolta in camera di consiglio partecipata, davanti al presidente Salvatore Marinaro, l’avvocato difensore, Nicola Lucchi, ha chiesto per il suo assistito il riconoscimento delle attenuanti generiche che ridefinirebbero la pena dall’ergastolo ai 30 anni, attraverso la riassunzione di una nuova perizia psichiatrica e il riconoscimento della fragilità psicologica di Baule all’epoca dei fatti.

Una condizione che si sarebbe acutizzata a seguito della separazione dalla moglie e delle liti sopravvenute tra le due famiglie di entrambi i coniugi. In aula anche gli avvocati delle parti civili, Gian Mario Solinas e Silvia Ferraris, che ritengono che non ci siano gli elementi soggettivi e oggettivi a sostegno della richiesta delle attenuanti generiche, ma vi sarebbero ulteriori condizioni negative per non concederla e per non ritenerla prevalente rispetto alle aggravanti contestate. 

L’udienza è stata aggiornata al 31 marzo. La Corte d'assise di Sassari nel giugno scorso aveva condannato all'ergastolo Fulvio Baule, riconosciuto capace di intendere e di volere al momento dei fatti. Il carcere a vita era stato sollecitato anche dalla pm Enrica Angioni nella sua requisitoria.

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