Tutela dei cetacei del Canyon: siglata l'intesa tra Castelsardo e Sorso
Obiettivo principale: promuovere la conoscenza della diversità e ricchezza dei mammiferi marini del Santuario PelagosPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Martedì 29 luglio, nell’ambito del progetto “I Cetacei del Canyon di Castelsardo”, che vede coinvolti il Comune di Castelsardo (capofila) e quello di Sorso, i sindaci dei due comuni, Maria Lucia Tirotto per Castelsardo e Fabrizio Demelas per Sorso, hanno sancito la loro collaborazione firmando a Sorso un Protocollo di Intesa per la cooperazione nel progetto e per attività future negli ambiti dell’accordo di partenariato che entrambi i Comuni hanno sottoscritto con il Ministero dell’Ambiente e che li vede entrambi assegnatari della Bandiera Pelagos.
I due Comuni sono da più di dieci anni impegnati in numerose iniziative per la promozione e valorizzazione del Santuario Pelagos e della conservazione dei cetacei, con progetti dedicati alle scuole, al grande pubblico, ai dipendenti pubblici e alle categorie che lavorano in mare. «L’accordo firmato a Sorso può costituire un modello base per la cooperazione e i progetti futuri tra comuni confinanti ed è replicabile in ogni località costiera con comuni limitrofi che si affacciano sul Santuario Pelagos», ha sottolineato Christian Speziga, assessore all’Ambiente di Castelsardo. «Obiettivo principale del progetto “I Cetacei del Canyon di Castelsardo”, promosso dal Comune di Castelsardo e Sorso con il supporto tecnico e scientifico dell’associazione Sea Me Sardinia, è quello di promuovere e incrementare la conoscenza dell’incredibile diversità e ricchezza dei mammiferi marini del Santuario Pelagos, in cui risiede il Canyon di Castelsardo, e incoraggiare nella cittadinanza una maggiore consapevolezza riguardo le minacce che li affliggono, sensibilizzandola alla loro tutela», ha commentato il sindaco di Castelsardo, Maria Lucia Tirotto. Il Santuario Pelagos istituito nel 1999 da Italia, Francia e Principato di Monaco, tutela 87.000 km2 di Mediterraneo, tra cui il Golfo dell’Asinara e le Bocche di Bonifacio – ambiente particolarmente sensibile per la biodiversità marina del Santuario e di tutto il Mediterraneo e per l’esposizione ai rischi conseguenti il traffico nautico che attraversa lo stretto.