Devrim Akcadag è un cittadino tedesco 48enne, nato a Berlino da genitori kurdi, che esercita l' attività accademica come traduttore all'università. Partito per la Sardegna con la figlia di 10 anni per le vacanze è stato arrestato (e poi subito scarcerato) una volta sbarcato sull'Isola. A fermarlo la Digos di Sassari, in ottemperanza a un mandato di arresto e di una richiesta di estradizione emessi dalla Turchia. 

L'uomo era accusato di far parte come fiancheggiatore del partito dei lavoratori curdi, Pkk/Kck, organizzazione ritenuta terroristica dalle autorità turche. Secondo gli inquirenti Akcadag avrebbe dato sostegno logistico ai membri del Pkk, collaborando anche alla diffusione delle loro idee politiche. 

Ma per le associazioni COBAS Scuola Sardegna, USB Unione Sindacale di Base – Federazione del Sociale, Cagliari Social Forum e Sa Domu de Tottus - Sassari non è chiaro però come mai un cittadino tedesco che opera in piena libertà in Germania possa essere oggetto di provvedimenti polizieschi e giudiziari così gravi se si trova in territorio italiano. «Devrim – scrivono in un comunicato – è accusato di "terrorismo", ma curiosamente tale attribuzione che appare inesistente in Germania salta a sorpresa in Italia; terrorista, ma più specificamente non come autore di operazioni qualificabili in tale senso bensì come "fiancheggiatore" del movimento politico curdo PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan. A sua volta la qualificazione del PKK come organizzazione terroristica è talmente fuorviante e talmente strumentale che le magistrature dei paesi UE maggiormente interessati alla presenza curda la ignorano di fatto o addirittura la contraddicono in diritto. Alla prova politica, del resto, e in specie nell'impegno di prima linea contro la diffusione dell'Isis, le articolazioni del PKK sono state e sono essenziali nell'interesse geopolitico globale: il problema è che invece è proprio il governo turco il soggetto che continua a sostenere quanto resta dell'Isis».

Per le associazioni è quindi «evidente che è il governo turco medesimo ad avere avanzato questa richiesta di estradizione alle "autorità italiane", in una modalità con la quale si intenda attivare una procedura intergovernativa piuttosto che intergiudiziaria; la pressione ricattatoria della Turchia sulla Svezia, avvenuta di recente in sede NATO e per la quale centinaia di cittadini curdi residenti in Svezia sono stati posti sul piatto come ostaggi dal presidente turco Erdogan, è la prova della nuova chiave sul vero esercizio del terrore: il terrore esercitato dal regime turco oggi al potere contro il popolo curdo, contro le sue comunità e contro le sue organizzazioni politiche anche in sede internazionale; ed è la prova del fatto che Erdogan intende fondare i rapporti bilaterali tra stati, ivi compreso il rapporto tra Turchia e Italia, sull'utilizzazione dei curdi come ostaggi, quindi sull'impostazione dei rapporti diplomatici in chiave di ricatto; Devrim è diventato, a propria insaputa, la pedina italiana di questo gioco ».

In attesa dell'acquisizione di tutta la documentazione che a breve verrà inviata dalle "autorità turche", e per la loro parte dagli uffici tedeschi, il tribunale di Sassari investito della questione ne ha intanto disposto la scarcerazione e l'affidamento domiciliare, di cui si è fatto carico l'associazione ASCE , Associazione Sarda Contro l'Emarginazione, da sempre molto attenta alla problematica di questo fronte. «Siamo addolorati – conclude la nota delle associazioni – che questa vicenda così grave sia avvenuta in Sardegna, per una famiglia che avremmo desiderato come una nostra ospite felice; ci auguriamo che la valutazione giudiziaria sia attenta ai risvolti politici e alle prassi carcerarie di un regime quale quello committente di questa richiesta di estradizione; da parte nostra, a nostra volta, ci impegniamo a sostenere Devrim, a essere vicini alla sua famiglia, e a respingere con fermezza ogni menzogna nei confronti del movimento democratico curdo e del PKK in particolare».

(Unioneonline/v.f.)

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