“Respinta” in ospedale, perde il bebè, l’Aou Sassari: “Nessun errore dai nostri operatori”
La direzione dell’Azienda ospedaliera sulla vicenda di Alessia Nappi: “Non sono state ravvisate urgenze e per questo le è stato assegnato un codice bianco”
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“Dall'indagine interna che abbiamo realizzato sulla gestione del caso registrato al pre triage del pronto soccorso di Ginecologia e Ostetricia risulta il corretto comportamento dei nostri operatori sanitari”.
È quanto si legge in una nota diramata dalla direzione strategica dell'Aou di Sassari in merito alla vicenda di Alessia Nappi, la 25enne che ha denunciato di essere stata respinta dal pronto soccorso ostetrico delle cliniche di San Pietro, perdendo poi il bambino.
Una presa di posizione che arriva dopo qualche giorno, in quanto, spiega la stessa direzione, “era necessario completare prima un iter che era stato avviato, cioè l'indagine interna e poi la visita degli ispettori ministeriali e regionali. E lo abbiamo fatto nel rispetto della signora e dei nostri operatori”.
“Dall'indagine interna - fa sapere la direzione dell'Aou – è emerso che la signora è arrivata al pre triage del pronto soccorso di viale San Pietro alle ore 12,35, non ha dovuto aspettare, era tranquilla e non presentava segni di sofferenza. Non vengono riferiti cioè né dolori né perdite”. Ancora, viene precisato, “nella struttura, al piano terra erano presenti un'ostetrica e una oss. Dopo la misurazione della temperatura, le sono state poste le domande di rito: se avesse fatto la vaccinazione e se avesse il tampone.”
Su quest'ultima domanda, la direzione generale precisa che “il tampone non è necessario per accedere alle strutture ambulatoriali e al pronto soccorso, sia generale sia specialistico. Nel caso viene fatto in pronto soccorso. Come da disposizioni ministeriali, il paziente non ha necessità di presentare il green pass o il tampone".
Secondo quanto emerso dall'audit interno, inoltre, “al pre triage è stato riferito che la signora aveva effettuato un test di gravidanza che indicava una terza settimana. Si tratta di un periodo molto precoce - spiega la direzione aziendale - che non consente di fare una diagnosi certa che, invece, può essere fatta dopo la quinta settimana, con ecografia e prelievo di sangue”.
“L'ostetrica che ha raccolto le informazioni - prosegue la direzione - ha contattato il medico di turno e, constatato che non ci fossero gli estremi di una emergenza-urgenza, ha attribuito alla situazione un codice bianco”.
Il codice bianco, evidenzia l’Aou, "individua situazioni che dovrebbero essere gestite dal medico di medicina generale, dal ginecologo o dall'ostetrica in ambulatori/consultori".
Alla signora è stato inoltre suggerito, “vista la non urgenza”, in caso di visita ambulatoriale, la possibilità di eseguire il tampone al box della Ginecologia e Ostetricia, al secondo sottopiano del Palazzo Rosa il lunedì successivo.” In caso di accesso urgente al pronto soccorso il tampone nasofaringeo sarebbe stato fatto subito, come da prassi”.
“Le è stato consigliato quindi di recarsi a casa, in attesa vigile, e di ritornare nel caso fossero presenti dolori e/o perdite. Non è stata prescritta alcuna terapia e non è stata consigliata neanche l'assunzione di una tachipirina. La signora non è mai tornata al pronto soccorso ginecologico per perdite di sangue né presso altri ospedali del nord Sardegna”, chiarisce poi la direzione.
Per quanto riguarda la visita degli ispettori regionali e ministeriali, la direzione fa sapere che sarà necessario del tempo per avere i loro report. “Questi - spiegano - saranno finalizzati a produrre azioni migliorative per quanto riguarda percorsi, procedure e protocolli”.
“Siamo vicini alla signora - aggiunge la direzione - e, contestualmente, rimarchiamo il fatto che i nostri sanitari hanno sempre agito nel migliore dei modi”.
“Esprimiamo inoltre solidarietà – conclude la nota – nei riguardi dei nostri operatori che in questi giorni sono stati bersaglio di diffamazioni e minacce di morte, delle quali sono stati avvisati prefetto e carabinieri”.
(Unioneonline/l.f.)