Porto Torres, allarme per i liquami dei camper nei tombini. Multe? «Solo se colti in flagrante»
Monta la protesta tra i residenti. Gli ambientalisti: «Gravi rischi per la salute». Le aree di sosta latrine a cielo apertoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Le acque nere contengono liquami umani e sostanze organiche altamente inquinanti. Possono veicolare batteri, virus e parassiti che rappresentano un grave rischio per la salute pubblica, provocando infezioni e altre malattie in caso di contatto o inalazione di aerosol. Per questo motivo lo smaltimento in luoghi non autorizzati come i tombini stradali, suolo aperto e corsi d’acqua è illecito».
L’associazione ambientalista Tuteliamo il Golfo dell’Asinara, presieduta da Giuseppe Alesso, interviene sul caso dell’inquinamento ambientale causato a Porto Torres dai continui sversamenti delle acque nere nei tombini di raccolta delle acque piovane da parte dei camperisti
Un comportamento diventato una routine nei parcheggi della zona della Renaredda, dove sostano i camper che puntualmente scaricano i liquami nel tombino destinato alle acque meteoriche, un reato ambientale che comporta una serie di conseguenze a catena: dall’orrore inquinante alla complicazione dell’invasione di blatte, con la creazione di un habitat ideale per la loro proliferazione. Dopo la segnalazione dei residenti che chiedono una bonifica dell’area, sono intervenuti sul posto gli agenti della Polizia locale per un sopralluogo.
«In diversi casi abbiamo sanzionato camperisti, sia stranieri che italiani, - spiega il sindaco Massimo Mulas - ma non c’è una norma che impedisce ad un veicolo di parcheggiare nelle aree di sosta, bensì una disposizione di legge che prevede possa essere multato il responsabile se colto in flagranza di reato. È necessario che i residenti siano disponibili a presentare denuncia formale per consentire alla Polizia municipale di poter procedere». L’ambientalista Giuseppe Alesso ricorda il problema degli scarichi dei troppo pieno dei tombini fognari allo Scoglio Lungo: «I rischi sono analoghi – sottolinea- con la differenza che in questo caso ci sono persone responsabili di un atto doloso».
Nell’area della Renaredda la piazzola di sosta è stata trasformata in una sorta di latrina a cielo aperto, che emana un odore nauseabondo e insopportabile per i residenti che sollecitano una pulizia del tombino e della zona dove sono evidenti le tracce di liquami sul pavimento dell’area di sosta.