Aree degradate al centro della città di Porto Torres divenute naturale sfogo di atti incivili e azioni vandaliche.

L'aggressione nei confronti di un 17enne nei giorni scorsi si è conclusa con una denuncia alla Procura dei minori per tre giovanissimi e un'altra contro un maggiorenne. Il ragazzo era stato colpito da un gruppo di suoi coetanei in via Azuni, poco lontano dalla via principale e dalla stazione marittima.

Uno dei luoghi presi di mira da gruppi di giovani che si radunano alla sera, tra i parcheggi di fronte l'area portuale e il Museo del Porto, e lì mettono in atto comportamenti illeciti e fuori dalle regole, assembramenti e vandalismi, sfregi al bene pubblico.

Il sindaco Massimo Mulas ha avviato un interlocuzione con l'Autorità di sistema portuale per estendere gli impianti di illuminazione previsti per l'area portuale anche in quella zona dove sorge la Torre aragonese.

"Stiamo cercando di mettere in sicurezza quella porzione di territorio a due passi dal centro - ha detto il primo cittadino - e la Port Authority si è dichiarata ben disposta a ricollocare e organizzare meglio l'illuminazione". Tra i luoghi di maggiore sfogo anche i parchi verdi, scelti come punti di ritrovo e apparentemente lontani per sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine, dove invece in diversi blitz della Polizia locale hanno consentito di riscontrare assembramenti con 24 sanzioni registrate nel 2020.

"La strategia è quella della prevenzione - ha detto Katia Onida, comandante della Polizia locale- purtroppo spesso si ha paura più della divisa e della sanzione che non della mascherina, e l'orientamento utilizzato dalle forze dell'ordine è quello di garantire una presenza costante mirando ai controlli nei locali, e in alcune zone degradate".

Nell'incontro con il prefetto, il sindaco ha parlato principalmente delle misure di sicurezza nello scalo di Porto Torres e quelle da adottare per continuare a contenere i contagi.
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