Pugni, tentativi di soffocamento, insulti reiterati. Sarebbe stata una via crucis, secondo l’imputazione, quanto vissuto nel 2024 per mesi da una 25enne dell’hinterland sassarese e che l’ha portata a denunciare l’ex compagno. Il quale si trova accusato di maltrattamenti familiari nel processo apertosi oggi in tribunale a Sassari davanti alla giudice Monia Adami.

Sono molte e pesanti le contestazioni contro il 30enne, anche lui di un paese della provincia che, a causa di una gelosia morbosa, avrebbe vessato la giovane senza tregua. Tra gli episodi le percosse e le testate e, durante un litigio, mentre si trovavano in spiaggia, l’imputato avrebbe premuto il volto della fidanzata sulla sabbia impedendole di respirare.

Ma le condotte, a leggere l’imputazione, sarebbero state continue e avrebbero implicato il più delle volte le percosse con tanto di minacce rivolte alla donna di “mandarla in coma” o di ucciderla. Insistite le violenze, come premere le dita sui bulbi oculari e le ingiurie anche davanti a terzi, oltre all’ossessivo controllo compiuto sulla parte offesa, verificandone i contenuti sul cellulare o cancellandone la rubrica e, nei momenti di lontananza, contattandola in modo incessante anche con le videochiamate.

Una presunta vita d’inferno da cui la donna è scappata procedendo con la querela. La giudice ha oggi accolto la costituzione di parte civile, chiesta dalla legale Sabina Useli, che assiste la vittima, per 50mila euro di danni. A difendere l’uomo, sul quale pende una misura disposta dal gip, l’avvocato Pietro Diaz.

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