La Corte di Cassazione ha dichiarato ammissibile il ricorso,  presentato dall'avvocato della difesa Nicola Lucchi, contro la sentenza di condanna all’ergastolo, emessa il 31 marzo scorso dalla Corte d’assise di Sassari nei confronti di Fulvio Baule, il muratore 43enne di Ploaghe, condannato alla massima pena detentiva per aver ucciso a colpi d’accetta i suoceri, Basilio Saladdino e Caterina Liliana Mancusa, e per aver aggredito brutalmente la ex moglie, Ilaria Saladdino, da cui si era appena separato.

L'udienza è stata fissata per il 3 febbraio 2026.

La richiesta era stata depositata nel mese di luglio dal legale che sostiene vi sia «una erronea applicazione delle norme giuridiche in materia di attenuanti generiche, con sovrapposizione della valutazione degli elementi positivi della condotta del reo e del suo stato psichico». 

La Corte nella sentenza di primo grado e nella successiva in appello aveva negato il riconoscimento delle attenuanti generiche, richieste dalla difesa per una ridefinizione della pena inflitta a Baule, condannato all’ergastolo con isolamento diurno per un anno, interdizione dai pubblici uffici, decadenza dalla responsabilità genitoriale e anche al pagamento delle provvisionali ai familiari delle vittime che si erano costituiti parti civili.

Il duplice omicidio avvenne la sera del 26 febbraio del 2022, quando il muratore di Ploaghe riportò i figli dalla moglie, Ilaria Saladdino, che si era trasferita a Porto Torres, presso la casa dei genitori in via Principessa Giovanna. La donna fu aggredita per strada a seguito di una lite furiosa, poi il muratore prese l’ascia dal portabagagli della sua auto e colpì più volte il suocero Basilio. In seguito rincorse la suocera Liliana che, colpita selvaggiamente, morì dopo un mese di coma.

Baule si allontanò dal luogo dell’omicidio, commesso davanti ai due figli gemelli di appena un anno, consegnandosi più tardi ai carabinieri.

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